ALGHERO – La così detta “fase 2”, finalmente, si avvicina. E con essa la ripresa della vita. Normale? Forse ancora no. Però si inizieranno a mettere in modo aziende e attività al fine di ricreare i presupposti per far circolare un po’ di liquidità. Altrimenti il collasso definitivo è dietro l’angolo. Per questo, come si usa dire, la crisi può anche essere un’occasione. Certo, come noto, oggi, fino a nuove prescrizioni si deve stare a casa, ma a brevissimo arriveranno le prime indicazioni (da fine aprile primi di maggio) per poter uscire.
In che senso? Ad esempio riuscendo ad allungare in maniera strutturale e organica la stagione almeno fino ad ottobre compreso. O anzi, quello che sarebbe l’ideale, è creare un lungo periodo di offerta turistica (su più livelli) che inizi da quando possibile (presumibilmente giugno e arrivi direttamente a fine anno per continuare quasi senza interruzione fino alla primavera prossima.
Utopia? No. Perchè se i voli saranno assenti o almeno contingentati c’è tutto il mercato regionale che comunque è sempre fruttuoso. Non bisogna dimenticare che la fortuna di Alghero l’hanno fatta anche le fiumane di cagliaritani e pure sassaresi che riempivano la Riviera del Corallo soprattutto nei mesi di bassa stagione. Fenomeno, per diversi motivi, andato a scemare con gli anni.
L’attuale crisi, con la regia della Fondazione Alghero, Parco e assessorati competenti, può essere l’occasione per rimodulare l’offerta del territorio e dunque bellezze naturalistiche, mare, intrattenimento, musica, arte, cinema, enograstronomia, musei, grotte, etc, tutte “armi” che possono essere utilizzate per spalmare la stagione che, seppur partendo in ritardo, può garantire comunque la possibilità di mantenere per Alghero un’offerta all’altezza. Del resto vedere hotel, attività e altro chiuso (fatto su sui dovrebbe intervenire già da ora l’Amministrazione) sarebbe un segnale pessimo e pure oltre per una delle località di riferimento del turismo isolano e pure oltre.