SASSARI – “Non ho mai creduto alle proprietà taumaturgiche del cosiddetto Moltiplicatore Keynesiano. Il motivo del suo originario successo fu una serie complessa di situazioni e soluzioni complementari che portarono ad un effettiva riuscita. Dopo di che, solo speranze ma pochi risultati concreti nelle sue tante emulazioni.
Ma se c’è un momento preciso in cui il sostegno alla domanda è fondamentale per la ripresa dell’economia, beh, non può essere che in concomitanza di questa pandemia. Milioni di persone saranno impossibilitate a consumare, seppur ne abbiano l’esigenza. Per il motivo che non avranno più un reddito, non avranno risparmio, non avranno più soldi presenti e futuri.
Stimolare la produzione in questa situazione serve poco, rimarrebbe invenduta per il motivo di cui sopra. Ragion per cui – contrariamente alle idee economiche che sostengo solitamente – in questo caso bisogna dare assoluta priorità a stimolare i consumi della gente comune! Come? Dando gli aiuti finanziari in primis a loro! In maniera intelligente, usando “monete complementari” controllabili, come bonus spesa, social card ricaricabili, di modo da veicolare la spesa verso le produzioni autoctone.
Ovviamente una volta stimolata la domanda bisognerà permettere all’offerta di poterla soddisfare. Fin dalla fine del mese di aprile si dia subito il via libera a una serie di attività produttive che forse sono state bloccate con eccessiva precipitazione. Tutti i lavoratori autonomi non a contatto con il pubblico, gli artigiani che possono lavorare in solitudine, le attività di piccole imprese con pochi addetti che lavorano all’aperto garantendo distanziamento sociale, devono riaprire!
I vari laboratori, opifici che non fanno vendita al pubblico, dove non c’è o non è possibile assembramento di lavoratori, le attività edili minori e ad esse connesse, devono poter aprire nuovamente già dalla fine di aprile. Con la conservazione di tutte le cautele e prescrizioni attuali. Magari aggiungendone di più efficaci e responsabilizzando il datore di lavoro mediante l’assimilazione dell’eventuale contagio a infortunio sul lavoro. Prevedendo test di immunità anche su richiesta dell’interessato, per chi vuole piano piano tornare alla normalità.
Tutto ciò che è possibile fare, senza creare danno per se e per gli altri, dev’essere piano piano consentito. Mettiamo come data spartiacque il primo di maggio, festa del lavoro. Abbiamo una ventina di giorni per ridurre ulteriormente l’impatto dell’epidemia e per stabile nei dettagli la fase due. Compreso quello di dare alle famiglie, al singolo cittadino, a chi è in evidente difficoltà, le risorse monetarie necessarie per la ripresa dei consumi! Non ho mai visto ciò come misura economica efficace, ma stavolta sono favorevole a questa strategia!”
Roberto Mette, responsabile Fortza Paris, Gallura – Monte Acuto