SASSARI – Caro Presidente, In Sardegna si moltiplicano le azioni di denuncia dei sindacati sulle carenze di intervento nelle fasi precoci di gestione dell’emergenza Covid e gli annunci da parte delle famiglie dei pazienti di iniziative legali contro i medici e le aziende sanitarie.
Contemporaneamente crescono le notizie di indagini da parte della Magistratura.
Ovviamente i Riformatori non intendono certo entrare nel merito delle legittime iniziative dei sindacati, delle famiglie e tanto meno delle Procure inquirenti.
Più semplicemente, ci è chiaro quale fosse lo stato di impreparazione dell’intero Paese (e non solo) di fronte allo tsunami sanitario che, spesso, è stato affrontato con armi insufficienti e conoscenze scientifiche in continua evoluzione sia dai sanitari, che dalle Aziende e dalla stessa Unità di crisi regionale.
Oggi che la fase pandemica è attenuata, ma non certo superata definitivamente, appare dunque indispensabile che tutti i soggetti istituzionali della sanità sarda vengano rassicurati sulla possibilità di continuare il proprio lavoro concentrati sulla salute del paziente e non sulle attività difensive.
In questi due mesi di stop alle attività sanitarie d’elezione, migliaia di pazienti hanno visto rinviate le proprie visite specialistiche, i propri interventi chirurgici, talora persino le terapie oncologiche quando non considerate indifferibili.
E’ evidente che questi pazienti si aspettano di essere presi immediatamente in carico dal nostro sistema sanitario alla cosiddetta “riapertura”.
C’è il rischio che invece non sia affatto così: gli ospedali continuano ad essere “comunità a rischio Covid” e l’accesso, “blindato” per necessità, ne riduce infinitamente le performance, rischiando di innescare una crisi nella disponibilità di erogazione della prestazione sanitaria ancora più drammatica di quella che stiamo vivendo.
Noi Riformatori non riteniamo che la sanità sarda sia stata eroica, ma siamo convinti che abbia fatto fino in fondo il suo dovere, con il massimo sforzo per essere all’altezza delle sue responsabilità.
Purtroppo, siamo consapevoli che tale sforzo non è affatto terminato, per cui siamo preoccupati che – nell’interesse di tutti i sardi – ci siano in sanità le migliori condizioni di lavoro possibili.
E’ per questo che chiediamo con urgenza un Suo autorevole intervento di moral suasion presso tutti gli interlocutori del sistema salute (operatori sanitari, sindacati sanitari, famiglie che hanno subito danni dal Covid, Ordini forensi, Magistratura) per chiarire la situazione di estrema difficoltà in cui ha operato e opera il sistema sanitario sardo e conseguentemente per chiedere – pur nel pieno rispetto del ruolo di ciascuno – che tutti abbiano un comportamento improntato alla cautela e alla responsabilità, coerente con le drammatiche esigenze del momento.
IL COORDINATORE REGIONALE
Aldo Salaris