SASSARI – “Circola oggi la notizia che alle elezioni suppletive del collegio uninominale del Senato per il Nord Sardegna sarà candidato, udite udite, il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte.
Per chi segue la politica i motivi sono abbastanza evidenti; Conte ha bisogno di una legittimazione istituzionale elettiva con tutti gli annessi privilegi e poteri e, sempre Conte pare stia preparando il suo partito, Con-Te, operazione che con un’elezione al senato improvvisa e provvidenziale sarebbe in discesa.
Quale migliore occasione di questa?
Egli, il conducator anti covid 19, quello con l’elmetto al contrario a Genova, Si candida al Senato nella invidiabile posizione di visibilità che gli da il suo ruolo e, con ogni probabilità, “rischia” (rischiamo noi) pure di essere eletto ottenendo in un attimo il riequilibrio a suo favore degli assetti di potere nella attuale maggioranza, diventando quindi non più espressione dei due partiti che lo sostengono ma espressione di se stesso e del suo movimento nascituro, generato e non creato della stessa sostanza del PD e del M5S, unto dalla messianica elezione…in Sardegna.
E’ sotto gli occhi di tutti, evidente come un faro nel buoi la sua strategia.
Strategia intelligente ma da grossier, grezza, ruvida ed molto offensiva e qui sta il punto.
La Sardegna è forse una colonia? La Sardegna non è in grado di esprimere candidati, di destra o sinistra che siano, degni di rappresentare in Senato il territorio?
Credo di no!
Certo, nella sua candidatura nulla ci sarebbe di illegittimo ma sarebbe tutto fuori e lontano dall’etica politica che pretende invece una rappresentanza territoriale nel Parlamento della Repubblica e nelle istituzioni tutte.
Tale candidatura, a mio modestissimo parere, sarebbe un gravissimo insulto rivolto con sprezzante arroganza a tutti i sardi; in primis all’intelligenza e poi al nostro diritto di sardi ad essere rappresentati da chi qui in Sardegna ci vive, da chi la Sardegna la conosce, da chi in Sardegna ha il centro dei suoi interessi UMANI e non da qualcuno che ha il centro dei suoi interessi altrove.
Con quale faccia lo candideranno? Con quale faccia e con quali argomentazioni andranno, i rappresentanti sardi di quei partiti che lo sosterranno dai loro conterranei sardi a dirgli di votare per lui? Chi ha un po’ di dignità anche in politica non può sottrarsi alla sempiterna esigenza della coerenza.
Ma qui evidentemente si giocano partite superiori, evidentemente quasi ultraterrene che noi miseri isolani ed isolati non possiamo capire e la Sardegna, voilà, passa da essere poligono di tiro militare ad essere campo di battaglia politica di interessi che a noi sardi non riguardano ed evidentemente non interessano e non devono interessare. Dobbiamo dire solo ZI BUANA!
Dobbiamo chinare il capo, come d’altronde molti sono abituati a fare, e rendere omaggio al regnante di turno, proni, succubi e trattati con metodi di zootecnia e poi belanti dobbiamo pure festeggiare.
Bene! Io dico che questa invece è un’occasione per dimostrare che i sardi alla Sardegna, alla loro terra, ci tengono.
Come?
In contrapposizione a Conte i partiti avversari dovrebbero candidare al Senato una figura autorevole, sardista, autonomista, qualcuno dalla specchiata e lineare storia politica, qualcuno che le battaglie le ha fatte e le fa per la sua Sardegna. Qualcuno che non bela e che non dice ZI BUANA! Qualcuno che non vuole Re o Conti ma vuole regnare a casa sua insieme al suo popolo! Nomi ce ne sono tanti anche se in Sardegna siamo pochi. Non ci sono scuse! Questo non è un appello al buon senso ma alla dignità per noi popolo che abbiamo diritto ad essere rappresentati davvero”.
Giovanni Nurra, libero professionista, rappresentante politico e sociale