SASSARI – La ormai ventennali vicissitudini legate allo sviluppo della metropolitana leggera registrano l’ennesimo stop, seppur parziale. Uno stop al tentativo di dare un contributo di efficienza e modernità alla città di Sassari. “La decisione presa dall’Amministrazione comunale, occupare cioè la sede ferroviaria per far posto alle ambulanze, non deve stupire più di tanto – afferma il segretario Antonio Sias –. L’amore fra Sirio, la comunità sassarese e chi la governa non è mai sbocciato. Eppure in questo caso le soluzioni alternative erano sotto gli occhi di tutti: dal possibile utilizzo degli spazi interni ai presidi sanitari, magari limitando la sosta dei mezzi privati, al divieto di transito agli stessi mezzi privati nel segmento di viale Italia antistante l’ingresso del pronto soccorso del S.S. Annunziata, come peraltro già avvenuto con successo in passato”.
A prescindere dal caso che l’attualità degli eventi mette in discussione, rimangono senza risposta alcune domande a tema che già da tempo UilTrasporti sottopone ai vari attori impegnati a disegnare il futuro della mobilità cittadina e del territorio. “La prima è certamente la più pressante: cosa intenda fare l’Arst, in merito al parziale stop del servizio, ma anche riguardo l’ammodernamento del materiale rotabile e degli spazi dedicati alla manutenzione, l’estensione della tratta e la realizzazione del secondo lotto della metro di superficie? La verità è che Sirio nasce a Sassari e si sviluppa a Cagliari, sarebbe questa la sintesi perfetta per descrivere l’attuale situazione della metrotranvia regionale”.
Antonio Sias pone poi l’accento sulle “situazioni dei centri ove opera il personale, unita a quelle dei vari depositi e stazioni delle linee ferroviarie gestite dall’azienda regionale, non sono certo esempi di qualità e salubrità degli spazi: considerate che anche avere a disposizione un serbatoio di scorta per l’acqua, che così spesso viene a mancare in città, diventa operazione estremamente complessa da realizzare. L’equazione, seppur con valori e componenti diverse, fotografa anche il particolare momento attraversato dal trasporto su gomma nel nostro territorio e in buona parte della regione: ampiamente documentata sono le difficoltà operative degli ultimi giorni a seguito del riavvio delle attività scolastiche”.
“Ritornando al quesito fondamentale – chiude Antonio Sias – è allora necessario chiedersi se esiste ancora la volontà di investire nel sistema di trasporto collettivo, nella città di Sassari e in generale in altre zone della Sardegna che non siano la fascia metropilitana di Cagliari. E ancora: c’è veramente una convinzione politica e una volontà operativa che porta ad investire nell’ammodernamento del sistema di Tpl in tutta la regione? In tante occasioni ci sono stati garantiti massimo impegno e totale attenzione. Peccato che a tutt’oggi in buona parte dell’Isola le cose siano andate in modo ben diverso. Molto diverso”.