ALGHERO- “Per ogni cosa c’è il suo momento, c’è un tempo per tacere e un tempo per parlare. In politica, come nella vita, il tempo per tacere corrisponde al tempo della riflessione. Un tempo non solo opportuno e doveroso, specie dopo una sconfitta, ma prezioso. Allo stesso modo , il tempo per parlare, quando è preceduto dal silenzio e dalla riflessione, in politica non rappresenta solo un diritto, ma un preciso dovere. Abbiamo aspettato quasi un anno e mezzo prima di parlare della nuova amministrazione di Alghero. Un lungo periodo di silenzio e riflessione, ma anche di rispetto per la scelta che la maggioranza dei cittadini ha fatto. Sappiamo quanto sia difficile governare una città, conosciamo la fatica che separa il dire dal fare e siamo perfettamente coscienti del tempo necessario per avviare la macchina amministrativa. Per esprimere una prima valutazione, per prassi e cortesia, si aspettano almeno cento giorni. Bisogna concedere alla nuova amministrazione il tempo di cominciare ad attuare il suo programma. Ma dall’insediamento del nuovo sindaco, di giorni , ne sono passati quasi cinquecento. È di azioni amministrative degne di questo nome non se n’è avuta traccia.
Non è stato fatto nulla per migliorare l’efficienza amministrativa. Nessuna azione sul fisco, spesa e risparmio. Dello snellimento della burocrazia non abbiamo avuto notizia, così come non si registrano provvedimenti su asset strategici come ambiente , commercio, turismo, decoro urbano, agricoltura e pesca. Riguardo alle infrastrutture registriamo il vuoto assoluto: porto, aeroporto, palazzo dei congressi, scuola, università e parcheggi non sembrano suscitare alcun interesse nella nuova amministrazione. Così come, nella Giunta, nessuno sembra preoccuparsi molto dalla cultura, della musica e degli eventi capaci di fare da volano a due settori strategici come ricettività e formazione. Il traffico è sempre più fuori controllo e il senso di abbandono generale, sceso come un’ombra nella nostra città, non ha risparmiato, lo sport, l’associazionismo, il volontariato tutto il terzo settore.
Gli anziani stanno ancora aspettando un qualsiasi cenno di attenzione, così come i nostri due ospedali (che se continuiamo così, sommati rischieranno di non riuscire farne uno). Di piani urbanistici e progetti per la sicurezza, nemmeno l’ombra, e benché l’immondizia stia progressivamente inghiottendo la città ( basta fare un salto al parcheggio di piazza dei Mercati per verificarlo), nessuno, tra sindaco e assessori, sembra farci troppo caso. Se fosse vero che il buongiorno si vede dal mattino, non staremmo messi bene. Ma il mattino ormai è passato da un pezzo. Dopo un anno e mezzo crediamo si possa dire che siamo quasi a mezzogiorno, e l’amministrazione ancora dorme. Crediamo sia giunto il momento di provare con garbo, a svegliarla.
Abbiamo iniziato affermando che quando giunge il tempo di parlare, parlare diventa un dovere. Ma non certo di parlare a vanvera. Rimarcare le inefficienze e le negligenze di chi amministra non è abbastanza. Un’opposizione responsabile deve essere soprattutto capace di mettere da parte la propaganda ed essere capace di fare proposte valide e attuabili, nell’interesse di tutta la comunità. L’emergenza pandemica e la conseguente crisi economica che stiamo vivendo rappresentano una delle sfide più ardue e complesse che, come comunità, siamo stati chiamati ad affrontare negli ultimi decenni. Per vincerla saranno necessari l’impegno, l’intelligenza e la collaborazione di tutti. Nello specifico, dimostrare tempo di reazione rapidi, buone capacità organizzative e un’elevata propensione alla pianificazione strategica sarà di fondamentale importanza, soprattutto nell’ottica dell’accesso al Recovery Fund di cui tutti parlano e alle tante altre forme di finanziamento Regionale, Nazionale ed Europeo.
Alghero deve subito dotarsi di un piano di sviluppo strategico cittadino che si armonizzi con le linee guida dell’ANCI: efficientamento energetico, impulso al solare e alle energie rinnovabili, mobilità sostenibile, recupero e riuso dei rifiuti, implementazione delle reti digitali piano scuola, contrasto alla povertà, decoro urbano e recupero delle periferie, riqualificazione dei beni culturali e ambientali ecc. Un piano che guardi al futuro del nostro turismo, capace di sostenere il commercio proiettandolo nel terzo millennio e che metta i cittadini al centro della vita e dell’interesse pubblico. Abbiamo bisogno di una visione d’insieme che sappia vedere le interconnessioni tra persone, infrastrutture e attività produttive e culturali. Alghero deve dotarsi di un Urban Center, uno sportello, dedicato a chi fa impresa, al mondo delle professioni e a chi opera nella formazione, nell’arte , nel digitale , nel terzo settore, non solo per mettere a contatto domanda e offerta, ma per creare un nuovo tipo di domanda e un nuovo tipo di offerta. Una città come la nostra non può limitarsi a sopravvivere e/o vivacchiare sperando in un domani migliore: dobbiamo metterci subito al lavoro per costruirlo, quel domani, e far sì che tutti, nessuno escluso, possa avere accesso ad una vita di soddisfazione e benessere in una cornice verde e sostenibile. Per accedere ai fondi del Recovery e di tutti gli altri piani di sviluppo in ambito europeo è necessario saper fare programmazione, essere reattivi e rapidi (quanti fondi europei non vengono spesi per l’eccessiva lentezza delle amministrazioni, nel nostro Paese?) e dotarsi di un piano di sviluppo strategico, coinvolgendo esperti di tutti i settori sensibili e coinvolgendo nel processo tutti i cittadini.
È davvero giunta l’ora che la nostra città si svegli da questo lungo sonno. Non possiamo permetterci altri indugi. Abbiamo bisogno di una amministrazione che sappia farsi carico delle grandi aspettative e potenzialità della nostra bella Alghero. Un’amministrazione consapevole, laboriosa, lungimirante. Un’amministrazione che sappia agire, e agire bene. Perché se è vero che per ogni cosa c’è il suo momento, adesso è il momento di fare”.
Mario Salis, segretario cittadino del Partito Democratico