ALGHERO – “È di questi giorni la notizia del sequestro da parte del corpo forestale dell’ex Hotel Capo Caccia, anche riportato da diverse testate giornalistiche, con annessa documentazione fotografica, che palesa, una quanto meno “eloquente” immagine del promontorio dove sorge il complesso, chiaramente interessato da un disboscamento di poco più di mezzo ettaro di essenze arboree di varie tipologie”. Così l’Amministrazione Conoci riguardo la vicenda dei lavori nel promontorio sul mare algherese.
“Fin da subito l’Amministrazione attraverso il dirigente competente, in costante contatto con Sindaco e Assessore, ha stretto i contatti con gli enti interessati, al fine di fare immediatamente chiarezza sull’operazione in corso.
Per quanto riguarda eventuali autorizzazioni di competenza dell’Amministrazione comunale relativamente alla società proprietaria dell’area oggetto di sequestro, esistono due richieste effettuate tramite modello F 13, cosiddette “giorni zero” o “edilizia libera”, relativi alla demolizione senza ricostruzione di un muretto di delimitazione all’interno dell’area di proprietà e la richiesta di manutenzione straordinaria delle piazzole prendisole, scivolo ed alaggio di piccole imbarcazioni, e pontile fisso, che tra l’altro risulta sospesa”
“Relativamente all’aspetto ambientale, quindi legato alle eventuali operazioni di disboscamento, non risultano richieste di autorizzazione di alcun intervento, e quindi provvedimenti di rilascio del Servizio Tutela del Paesaggio del Comune di Alghero, ovviamente per la parte che gli compete; così come non esistono richieste di autorizzazioni per la rimozione di essenze o alberate interessate da vincoli particolari all’ente preposto, in questo caso il Corpo Forestale”.
“Alla luce di questi eventi, il nostro Servizio provvederà all’azione di vigilanza edilizia, collaborando e mettendosi a disposizione dell’ autorità giudiziaria.
L’Amministrazione comunica altresì che, qualora venga rilevata l’ipotesi di danno ambientale non esiterà a costituirsi Parte Civile in un eventuale processo, perché è ferma la condanna per azioni così gravi, soprattutto perché perpetrate senza alcuna autorizzazione, e senza nemmeno dimostrare un minimo di sensibilità ambientale e paesaggistica, che dovrebbe essere prioritaria in contesti unici, ancor di più quando si tratta di interventi di riqualificazione”.