ALGHERO – I consiglieri regionali democratici hanno presentato una interrogazione con richiesta di risposta scritta, sulla vicenda dello sfregio ambientale documentato dalle immagini pubblicate nelle principali testate giornalistiche regionali e nazionali avvenuto in quel dell’area protetta di Porto Conte. “Il disboscamento selvaggio di piante secolari di ginepro, pino marittimo e macchia mediterranea in una delle zone più prestigiose e tutelate dell’Isola, all’interno dello spazio di pertinenza Hotel Capo Caccia, ha provocato una ondata di indignazione”.
“Il misfatto è stato stati reso noto dopo l’intervento del corpo forestale e di vigilanza ambientale della Regione che ha posto sotto sequestro l’area e la struttura onde evitare il proseguo dell’azione demolitiva. “La forte reazione dei cittadini e dell’opinione pubblica, rappresentata anche dalla voce delle associazioni ambientaliste e di tutela del paesaggio, ha evidenziato – scrivono i consiglieri PD – come la sensibilità e l’attaccamento ai beni ambientali abbiano formato una nuova coscienza ambientale nei cittadini sardi e come su essa si stia radicando la consapevolezza della necessità di tutela e valorizzazione del territorio come risorsa ambientale per il futuro.
“La nuova coscienza ambientale del popolo sardo” – scrive il capogruppo Ganau, primo firmatario – “pare tuttavia essere ignorata dalla maggioranza al governo della Regione. L’iniziativa in materia urbanistica pare infatti confliggere con la tutela dell’ambiente e del paesaggio. Ci si riferisce alla proposta di legge denominata “piano casa” -oggi all’esame – in Consiglio regionale – della commissione competente, convocata di sabato pomeriggio per una malconsigliata urgenza, quando sarebbe invece necessario un supplemento di confronto e di attenzione che invece non vediamo, una proposta di legge che in barba alle numerose norme di tutela anche nazionali ed europee, fornisce, agli speculatori di turno, i grimaldelli, o forse addirittura i piedi di porco, atti a scardinare le norme di tutela al fine di scaricare stavolta sì, in maniera legittima, milioni di metri cubi di cemento nelle coste e in agro”.