CAGLIARI- La seduta è stata aperta dal presidente Pais che subito dopo le formalità di rito ha aperto la discussione sul primo punto all’ordine del giorno: il disegno di legge n.231/A “Approvazione del Rendiconto generale e del rendiconto consolidato della Regione per l’esercizio finanziario 2019”.
Ha quindi preso la parola il relatore di maggioranza Valerio De Giorgi, presidente della Commissione Bilancio: «Dal rendiconto generale risulta che sono state accertate entrate per 8597 milioni di euro e spese per 8370 milioni. Il saldo positivo è di circa 227 milioni di euro – ha evidenziato De Giorgi – ciò significa che c’è stata una notevole riduzione del disavanzo rispetto all’esercizio precedente, come rilevato dalla Corte dei Conti nel giudizio di parificazione. Se si legge il bilancio al netto di accantonamenti e vincoli di legge, la riduzione sale a oltre 700 milioni di euro».
De Giorgi, dopo aver sottolineato gli aspetti positivi del rendiconto 2019, ha però invitato il Consiglio a non sottovalutare i richiami della Corte dei Conti su alcune criticità: «Tra i rilievi dei giudici contabili assume particolare rilevanza l’invito a predisporre accurate relazioni tecnico-finanziarie quando di propongono leggi di spesa – ha affermato il relatore – un altro aspetto riguarda una migliore governance delle partecipate regionali: su questo c’è condivisione da parte di tutte le forze politiche».
De Giorgi si è poi soffermato sulla mancata istituzione del collegio dei Revisori dei Conti: «La Regione si è attivata e presto il Collegio sarà istituito. Il Governo ha già trasmesso uno schema di decreto che sarà sottoposto all’attenzione del Consiglio regionale».
La presidenza è stata assunta dal vicepresidente Giovanni Antonio Satta che ha dato la parola al relatore di minoranza, il consigliere dei Progressisti Massimo Zedda: «La proposta di Rendiconto è arrivata in Commissione solo nei giorni scorsi. Non abbiamo avuto tempo di depositare la relazione di minoranza e di studiare a fondo il documento. Ci viene però in aiuto la relazione del procuratore generale della Corte dei Conti. Vale la pena ribadire la necessità di procedere al più presto alla nomina del Collegio dei Revisori. Prendiamo atto dall’assessore che la costituzione di questo organismo è in itinere. Ce lo auguriamo».
Zedda ha poi richiamato un altro rilievo dei giudici contabili: «I ritardi nella pubblicazione dei documenti hanno creato problemi nel giudizio di parifica della Corte. E’ un abitudine della Giunta pubblicare delibere “camicia” senza però renderne visibili tutti i contenuti. In alcuni casi bisogna attendere settimane per conoscerli. Spesso le delibere sono state trasmesse con fortissimo ritardo. La Corte dei Conti segnala il rispetto della tempistica nell’approvazione dei documenti come il Def o le dichiarazioni programmatiche, compreso l’eco-bilancio 2020 richiesto espressamente dalla nuova normativa europea che chiede conto della spesa sulle politiche ambientali previste dalle Agende 2020 e 2030. La programmazione europea su fonti rinnovabili, tutela ambientale, sviluppo ecosostenibile fa parte ormai in modo stabile dei bilanci delle amministrazioni pubbliche tanto che se ne occupa la Corte dei Conti».
Zedda è poi tornato su un aspetto già evidenziato dal relatore di maggioranza: la necessità di accompagnare i provvedimenti di spesa con un’adeguata relazione tecnico-finanziaria. «La Corte lo ha detto chiaramente – ha affermato Zedda – l’analisi tecnico-finanziario è necessaria anche sulle indicazioni delle spese future. Questo aspetto è carente sotto diversi punti di vista. Sulla nomine assessoriali lo abbiamo segnalato: nella relazione si diceva genericamente che le spese sarebbero state coperte dal bilancio della Regione, non c’era evidentemente la possibilità di individuare una legge di riferimento. Lo segnalo all’assessore: non sono più accettabili leggi presentate senza il supporto di una puntuale e veritiera analisi tecnica e finanziaria. Serve a noi tutti sapere quanto e come vengono utilizzate le risorse pubbliche. Solo nel 2020 la Regione pare abbia perso oltre 400 milioni di entrate. Non ci troviamo gambe all’aria solo perché il Governo ha concesso alle Regione di utilizzare gli accantonamenti per coprire il mancato gettito. Nel 2021 le minori entrate fiscali saranno di gran lunga superiori a causa della pandemia. Per questo sarà ancora più importante stare attenti alle dinamiche di spesa dei singoli assessorati».
Il vicepresidente Satta ha quindi dato la parola all’assessore al bilancio Giuseppe Fasolino che si è detto soddisfatto per l’approvazione del Rendiconto da parte della Corte dei Conti: «I giudici contabili hanno attestato che la Sardegna ha un bilancio sano. Ci sono criticità su cui intervenire, alcune storiche. I confronto avuto durante la verifica della Corte dei Conti è stato importante per la valutazione di alcuni aspetti e l’individuazione delle strade da intraprendere».
Fasolino ha poi assicurato che presto sarà istituito il Collegio dei Revisori dei conti. «La Giunta, grazie anche alle segnalazioni della minoranza, ha subito avviato l’iter che ha portato oggi a uno schema di decreto legislativo che il Consiglio dovrà approvare nelle prossime settimane».
Sulla necessità di provvedere a un’attenta analisi tecnico-finanziaria per i provvedimenti di spesa, Fasolino si è detto d’accordo: «Non si potranno più accettare disegni di leggi senza un’adeguata relazione. E’ fondamentale che sia così. Ci sono però altri aspetti importanti: nel 2015 la Regione aveva un debito di 1,5 miliardi. Doveva essere ripianato in 30 anni. Oggi ci troviamo nella condizione di ripianarlo nei prossimi 4. Questo fa capire che il bilancio è sano e che si stanno facendo sacrifici per migliorarlo ulteriormente».
Il vicepresidente Satta ha quindi messo in votazione il passaggio agli articoli che è stato approvato. L’aula ha poi approvato in rapida successione i dieci articoli del rendiconto: art. 1 “Approvazione del Rendiconto generale della Regione Sardegna per l’esercizio 2019”; art. 2 “Gestione della competenza dell’esercizio finanziario 2019”; art. 3 “Gestione dei residui dell’esercizio finanziario 2019”; art.4 “Fondo pluriennale vincolato”; art.5 “Situazione di cassa”; art.6 “Risultato di amministrazione”; art.7 “Stato patrimoniale e Conto economico”; art. 8 “Destinazione del risultato economico dell’esercizio”; art. 9 “Approvazione del Rendiconto Consolidato per l’esercizio 2019”; art 10 “Entrata in vigore”.
Il testo finale del Rendiconto generale e consuntivo è stato approvato, a scrutinio elettronico, con 25 voti favorevoli e 21 astenuti.
Si è poi passati al secondo punto all’ordine del giorno: il dl n. 232 “Assestamento del bilancio per l’esercizio finanziario 2020 ed del bilancio pluriennale 2020/2022 alle disposizioni del decreto legislativo n. 118 del 2011, e successive modifiche e integrazioni e disposizioni varie”.
Come relatore di maggioranza è intervenuto ancora il presidente della Commissione Bilancio Valerio De Giorgi che ha auspicato una rapida approvazione del provvedimento : «Contiene disposizioni dirette all’aggiornamento dei dati del bilancio di previsione a seguito dell’approvazione del Rendiconto generale».
Per la minoranza, ha preso la parola il consigliere del Pd Cesare Moriconi: «La parificazione della Corte dei conti ci consente di discutere dell’assestamento del bilancio e offre lo spunto anche per alcune riflessioni – ha detto Moriconi – la prima è sul fondo di cassa. Nell’art. 2 si dice che al 1 gennaio il fondo è rideterminato anche a seguito della variazione di bilancio recentemente approvata con la quale si attua l’accordo di programma del novembre 2019. E’ uno spunto interessante perché per effetto di questo provvedimento nel 2020, grazie agli accordi con il Governo per le minori entrate causate dalla pandemia, si potrebbero recuperare circa 40 milioni di euro. Noi avevamo fatto una proposta per varare un grande piano di interventi per affrontare alcuni grandi temi: trasporti, istruzione, spopolamento delle zone interne. Ne parliamo da tempo, quell’accordo era lo strumento per recuperare risorse». Secondo l’esponente della minoranza, l’intesa con il Governo poteva essere utilizzata in altro modo: «Si potevano rideterminare le risorse e ottenere un cofinanziamento dallo Stato e dall’Europa per affrontare le grandi questioni. Lo avremmo potuto fare se ce ne fossimo occupati per tempo. E’ lo stesso discorso per il Recovery fund. Abbiamo invece ricevuto una nota stampa in cui si dice che la Giunta ha chiesto il finanziamento di 206 progetti sui quali il Consiglio non si è mai pronunciato. E’ stato esautorato. Abbiamo difficoltà a comprendere chi è che ha dato questi indirizzi, qual è la base strategica, come si lega alle politiche nazionali ed europee. Chiediamo che su questo tema il Consiglio regionale possa discutere. Sono queste le sue funzioni e le sue prerogative. Chi propone atti di programmazione ha il dovere di chiedere il giudizio del Consiglio regionale. Al di là delle diversità politiche lo sforzo deve essere unitario. Parliamo delle stesse questioni da decenni: non è tollerabile che si vada in ordine sparso. E’ necessario incontrarsi».
Moriconi ha poi concluso il suo intervento parlando di sanità: «Con l’art. 6 si richiede la proroga dei termini di efficacia della legge di riforma sanitaria. Noi avevamo espresso dubbi sin dall’inizio. Voi ci avete chiamato a discuterla con urgenza. Si diceva che avrebbe avuto efficacia in termini di contenimento della pandemia. Noi sostenevamo il contrario. La legge doveva essere attuata entro il primo mese, tra le cose da fare c’era la nomina dei commissari delle Asl. Ciò evidenzia che fin dall’inizio c’era difficoltà di attuazione. Oggi si chiede il rinvio di un anno». Sull’ordine dei lavori è intervenuto il capogruppo del Psd’Az, Franco Mula, che ha chiesto una sospensione di 10 minuti per un confronto con le opposizioni. Richiesta accolta dalla presidenza. La seduta è stata sospesa. (Psp)
Alla ripresa dei lavori ha riassunto la presidenza il presidente Pais.
Il consigliere del Pd Piero Comandini, sull’ordine dei lavori, ha sostenuto la necessità di conoscere l’esito del confronto in riferimento alla vicenda dei lavoratori ex Aras.
Il presidente Pais ha risposto che sono ancora in corso verifiche tecniche al termine delle quali il Consiglio sarà tempestivamente informato.
Il consigliere dei Progressisti Massimo Zedda, ricordando la necessità del Consiglio di essere puntualmente informato sui progetti della Regione sul Recovery Found che riguarda la Sardegna oggetto di una proposta inviata al Governo dal presidente della Regione, ha lamentato che, mentre del piano si discute da tempo in Europa ed anche a livello nazionale si è aperto un grande dibattito sulle direttrici principali su cui è articolato il Fondo non altrettanto è accaduto in Sardegna. Perché, ha precisato, la Giunta si è limitata a trasmettere una proposta al Governo senza consultare, oltre al Consiglio, i portatori di interesse. Come esempio di progetti che potrebbero essere datati e comunque non coerenti con la programmazione europea, Zedda ha citato il collegamento ferroviario Sassari – Alghero. Inoltre, ha proseguito, c’è un progetto di 500 milioni per la Lanusei-Oristano che, oggettivamente, non rappresenta una priorità. Occorre dunque evitare errori, ha concluso il consigliere, concentrando sforzi e risorse su opere immediatamente realizzabili.
Francesco Agus, capogruppo dei Progressisti, si è soffermato sulle caratteristiche dell’assestamento che contiene anche alcune proroghe. Fra queste, ha detto, mancano le Province ma lo stesso discorso può essere applicato anche al caso Aras. E’opportuno quindi, ha sollecitato, utilizzare appieno il provvedimento in discussione per inserire eventuali necessità. In materia sanitaria, ha continuato Agus, emergono forti contraddizioni, duplicazioni ed incongruenze anche sulle date che dovevano scandire altrettanti passaggi della riforma, con le scadenze temporali collegate. E’necessario dunque, ha concluso Agus, evitare ulteriori problemi ed intervenire tempestivamente per evitare pesanti contraccolpi negativi sul sistema sanitario già sottoposto allo stress della pandemia.
Il consigliere della Lega Pierluigi Saiu ha ripreso i temi sollevati dai colleghi Zedda e Agus. Sul Recovery Found ha messo l’accento sulla necessità di coinvolgere in modo ampio il Consiglio regionale, senza però appiattirsi sulla contrapposizione maggioranza-opposizione. La Sardegna ha una grande opportunità che rischia di essere vanificata dai ritardi del Governo nazionale sul progetto complessivo ed è questo, secondo Saiu, il vero problema sul tappeto, anche in relazione ai rapporti con l’Europa. La nostra Regione, ha concluso, non deve commettere lo stesso errore. Per quanto riguarda le proroghe, il consigliere della Lega ha ammesso che la pandemia si è abbattuta su un sistema sanitario regionale che oggettivamente non funzionava; la riforma tuttavia era ed è necessaria così come non è rinviabile il ricambio della classe dirigente del settore, anche attraverso una indispensabile fase di transizione.
Il Consiglio ha poi approvato il passaggio agli articoli.
Sull’art.1 il consigliere dei Progressisti Massimo Zedda ha sollecitato un intervento dell’assessore Fasolino sui temi collegati al Recovery Found.
L’assessore ha assicurato il suo intervento presso la Giunta. Tornando sui contenuti dell’assestamento presentato entro l’anno dopo la parifica della Corte dei Conti, Fasolino ha parlato di “risultato importante” che mette ordine nei conti della Regione.
Il Consiglio ha quindi approvato i primi 5 articoli della legge
Sull’art.6 il relatore De Giorgi ha espresso parere favorevole sugli emendamenti 1 (proroga iniziative 2019 co-finanziate dalla Ue), 4 (proroga di 12 mesi della riforma sanitaria) e 5 (proroga delle scadenze dei rendiconti collegati alle manifestazioni culturali).
L’assessore Fasolino, a nome della Giunta, ha espresso parere conforme.
Il consigliere Massimo Zedda (Progressisti), tornando sul tema della riforma sanitaria, ha confermato la sua posizione contraria sull’impianto della legge ed ha criticato soprattutto che sia stata programmata ed approvata in piena pandemia, “caso unico al mondo”. La maggioranza, ha polemizzato Zedda, ha esaltato la riforma dimenticando totalmente un contesto che preoccupa governi di tutto il pianeta e coinvolge miliardi di persone.
Per il Pd, Rossella Pinna ha messo l’accento sul fatto che quello della pandemia e in particolare della sua “seconda ondata” non era certo il momento migliore per una riforma che sconvolgeva gli assetti del sistema sanitario e metteva di conseguenza a rischio il diritto alla salute dei sardi. Esaminando il caso dello scorporo del Microcitemico dal Brotzu, radicalmente avversato da pazienti, famiglie ed associazioni, la Pinna ha auspicato il ripensamento complessivo di una riforma che si limita a moltiplicare le poltrone.
Sempre per il Pd, il consigliere Valter Piscedda ha ribadito la valutazione positiva sugli emendamenti presentati dal suo gruppo, che hanno però ottenuto parere contrario. Una scelta sbagliata, a suo avviso, soprattutto per quanto riguarda alcune attività imprenditoriali collegate a finanziamenti europei che non possono essere rinviate alla finanziaria. Piscedda ha chiesto perciò, anche a seguito di impegni assunti dall’assessore Alessandra Zedda, una breve sospensione della seduta per un approfondimento.
La richiesta è stata accolta.
Alla ripresa dei lavori, il Consiglio ha proseguito l’esame della legge.
Il consigliere del Pd Piero Comandini ha polemizzato con il collega Saiu, che forse non ha letto il testo della legge, perché se si sostiene la proroga non è vero che il sistema sanitario precedente non ha funzionato bene. Quanto al bando Resisto, le modifiche apportate dall’assessore Zedda sono migliorative ma non sufficienti e ne servono altre, come richiedono molte organizzazioni professionali e, comunque, il fondo di 64 milioni va incrementato perché le risorse non bastano, così come è fondamentale la tempistica, visto che sono passati circa 5 mesi e per le piccole e medie imprese è un tempo lunghissimo, a parte in fatto che per le poche grandi imprese ci sono ben 70 milioni di euro.
Il consigliere di Leu Eugenio Lai ha sostenuto che i correttivi apportati della maggioranza non bastano ad affrontare il problema della pandemia con l’incisività che la situazione richiede, a cominciare dai ritardi nelle certificazioni di guarigione che penalizzando moltissimi lavoratori. Quando ai miglioramenti per il Corpo forestale, ha aggiunto, come avevamo detto le risorse non sono immediatamente spendibili, ed i ritardi sul fondo Resisto e sul fondo Bei sono oggettivamente intollerabili; per questo Lai ha evidenziato che la variabile “tempo” ha una grande incidenza nei momenti di crisi. L’esponente di Leu ha infine sollecitato l’apertura di un immediato confronto sulla vicenda dei lavoratori Ati-Ifras che non hanno garanzie sulla stabilità dei loro posti di lavoro. (Af)
Dopo l’on. Lai ha preso la parola l’on. Ganau, capogruppo del Pd, che ha detto: “Dunque, la proroga della legge sanitaria è necessaria dopo che l’avete votata in tutta fretta e vi ha consentito di gestire l’emergenza Covid. Segno che così sbagliata non doveva essere questa legge che avete abrogato. E per fortuna è andata così: non voglio nemmeno pensare che cosa sarebbe successo se avessimo avuto otto asl autonome in piena pandemia. Non oso pensare quanto sarebbe stato difficile gestire l’emergenza Covid con otto aziende sanitarie diverse. Prendetevi tutto il tempo necessario per riflettere, ne avete bisogno”. L’oratore ha proseguito sulla necessità di incrementare la dotazione del fondo “Resisto”.
Sull’ordine dei lavori il capogruppo sardista Franco Mula ha proposto all’Aula un emendamento orale sui centri commerciali naturali. “C’è un scadenza e mi pare che sia necessario integrare l’articolo 6 prevedendo che gli interventi finanziari del 2020 siano prorogati sino al 31 dicembre 2021”.
Per l’on. Agus, capogruppo dei Progressisti, “sarebbe opportuno che la Giunta dica qui ora che tipo di sanità ha in mente per l’anno prossimo. Verranno nominati i commissari che devono definire i progetti di realizzazione delle aziende e dirigono anche le Asl? Che rapporti avranno con la guida dell’Ats? Evitiamo o no che ci siano due persone titolari dello stesso potere”.
A seguire l’assessore Fasolino (Bilancio) è intervenuto e ha precisato: “Abbiamo erogato in due mesi e mezzo il 40 per cento delle risorse erogate dalla Regione a favore delle imprese. per il bando Resisto e questo è un dato di fatto”. In replica all’on. Agus e alle domande dell’on. Ganau, l’assessore Nieddu (Sanità) ha affermato che “lo slittamento dei termini servirà a dare piena attuazione alla riforma senza che questo crei problemi, vista la situazione di emergenza. E non è vero che questa riforma può essere definita un poltronificio. Siamo riusciti a contenere la pandemia nonostante la struttura di Ats, che è piena di vincoli e di limiti. E soprattutto grazie al lavoro del personale sanitario”.
Il presidente Pais ha messo in votazione l’emendamento 4, che è stato approvato insieme all’articolo 6.
Approvato anche l’emendamento 1 all’articolo 6. Respinto l’emendamento 2, ritirato il 3, approvato il 5 e 6 (orale).
Approvato l’articolo 7 e a seguire gli allegati da 1 a 13.
A seguire il presidente del Consiglio ha fatto votare gli ordini del giorno 1 e 2 (che sono stati approvati), entrambi relativi al rinnovo di concessioni demaniali: per la pesca nelle acque interne e per il posteggio nell’esercizio del commercio su area pubblica. Sia l’on. Massimo Zedda che Comandini hanno segnalato il problema del rinnovo delle concessioni demaniali di pesca e acquacoltura dal primo gennaio 2021. “Su quelle e solo su quelle si deve intervenire, per impedire che dalla prossima settimana tutti possano andare a pescare nelle concessioni storiche delle coop nelle acque interne e nelle lagune”, hanno detto gli esponenti dell’opposizione. Per l’on. Mula (Psd’Az) “in Emilia lo stesso problema è stato affrontato con un atto di giunta (mai impugnato) e non con una legge, prorogando la concessione di quindici anni. Crediamo che la nostra giunta debba studiare un provvedimento che va nella stessa direzione”.
Dunque l’Aula ha approvato la legge 232 di assestamento del bilancio 2020 con 33 voti a favore e 21 contrari.
A seguire il dl 233/A, relativo all’autorizzazione all’esercizio provvisorio del bilancio della Regione sino al 28 febbraio 2021. Il provvedimento è stato illustrato dal presidente della commissione Bilancio, on. De Giorgi. Critiche da Solinas (Cinque stelle), mentre Zedda (Progressisti) e Deriu hanno detto apertamente: “Sarebbe stata più utile una legge di stabilità tecnica vista l’emergenza in corso, perché avrebbe aiutato maggiormente il sistema degli enti locali. Molto più di quanto non avverrà con un esercizio provvisorio di due mesi. Speriamo che l’assessore Fasolino presenti quanto prima una legge di stabilità, che contenga le politiche tese a fronteggiare l’emergenza”.
L’on. Desirè Manca ha accusato maggioranza e giunta: “Per il secondo anno voi moltiplicate le poltrone, ogni volta con una scusa diversa. Tentate di creare province, tentate di creare otto asl, tentate di regalare soldi di tutti i sardi a società sconosciute e agli amici di partito: però non riuscite a scrivere una finanziaria per la Regione. State a condannare i sardi a una immobilità che non si può permettere”.
L’Aula ha approvato la legge di esercizio provvisorio e il bilancio di previsione del Consiglio regionale. L’on. Agus, capogruppo dei Progressisti, ha chiesto conferme su una conferenza di capogruppo per risolvere il problema dei lavoratori Aras, prevista per domani. Il presidente Pais ha comunicato che la conferenza dei capigruppo si terrà domani alle 9.30 per decidere con quale testo di legge andare in Aula, sempre domani alle 10.