CAGLIARI – “La campagna vaccinale contro il Covid-19 è già iniziata, ma la Sardegna è la regione, subito dopo Abruzzo e Molise, che ha effettuato in percentuale meno vaccini rispetto alle dosi consegnate. Al 2 gennaio sono state consegnate 12.855 dosi di vaccino e ne sono state somministrate solo 242, per una percentuale dell’1,9% contro il 34,8% della Provincia Autonoma di Trento”. Cosi i consiglieri regionali del Partito Democratico che puntano il dito contro la Giunta Solinas.
“Oltre un mese e mezzo fa avevamo sollecitato la Regione affinché intervenisse con urgenza per predisporre un piano inerente all’organizzazione delle vaccinazioni anti Covid-19 all’interno della Sardegna. Evidentemente – spiegano i dem – il nostro appello non è stato ascoltato e ora i cittadini sardi ne pagano le conseguenze”. Una richiesta che i consiglieri del PD avevano messo nero su bianco lo scorso 16 novembre, presentando un’interrogazione sul tema in Consiglio rivolta al presidente Solinas e all’assessore alla Sanità Nieddu.
“L’emergenza sanitaria ha lasciato un segno indelebile in Sardegna, per questo motivo – aggiungono i dem – ci auguravamo che la Regione stabilisse per tempo un piano regionale riguardante l’organizzazione delle vaccinazioni anti Covid all’interno dell’Isola, definendo con chiarezza i luoghi di conservazione dei vaccini, i mezzi di trasporto dei vaccini stessi e un adeguato meccanismo di distribuzione su tutto il territorio sardo”.
“Purtroppo, però, niente di tutto ciò è stato fatto per tempo e la giunta Solinas si è fatta trovare ancora una volta impreparata senza intervenire tempestivamente, e i numeri lo certificano. Ma non solo, se non verranno immediatamente comunicati i dati dell’andamento dei contagi, la Sardegna resterà zona rossa anche dopo il 7 gennaio. Il serio rischio – concludono i consiglieri PD – è che i cittadini sardi paghino un prezzo ancora più alto di quanto non abbiano già fatto”.