Sviluppo porto di Alghero, suggerimenti di Oliva

ALGHERO – Abbiamo letto con interesse la nota del Gruppo dei Riformatori in Consiglio Comunale sull’estrema urgenza di promuovere un dibattito per rilanciare e sviluppare l’economia turistica della città di Alghero. Le considerazioni espresse nel documento sulla struttura portuale e sulle possibilità di completamento per renderla operativa sono estremamente condivisibili e, in questa logica, ci permettiamo di dare alcune suggestioni sulla base della nostra esperienza imprenditoriale nel settore portuale, da oltre 60 anni. L’industria croceristica mondiale, seppure in questo momento attraversata da una grave crisi generata dalla pandemia da Covid-19 (il 99% della flotta è fermo nei porti), ha messo in campo ingenti risorse per la costruzione di nuove navi tecnologicamente sempre più avanzate con un’attenzione particolare alla salvaguardia e alla tutela dell’ambiente. I grandi e piccoli player del settore si preparano, dunque, a ripartire una volta che il pericolo pandemico sarà risolto e i cittadini del mondo potranno riprendere a viaggiare con rinnovato entusiasmo. La MSC Cruises, terza compagnia crocieristica al mondo, di proprietà e di interessi italiani, ad esempio, ha messo in campo un programma di sviluppo del valore di circa 11,3 miliardi di dollari per la costruzione da qui al 2027 di navi di avanzatissima tecnologia, tra cui 4 navi “categoria lusso” di medio tonnellaggio, capacità massima di 1.000 ospiti, destinate a soddisfare le esigenze di clienti alto spendenti. Alghero è presente nel sistema degli approdi per navi da crociera da 60 anni, se pensiamo all’arrivo della Virginia de Churruca per il retrobament catalano, il 25 agosto 1960. Ad oggi la città è il terzo scalo sardo, dopo Cagliari e Olbia, con una media di 20/22 arrivi di navi ed è certamente al primo posto per quanto concerne la qualità della clientela: il 90% delle navi che approdano sono di piccola/media stazza e di lusso. Possiamo dire “navi a misura di Alghero”. La città avrebbe tutti i requisiti per diventare un “port of call” di estremo interesse, dalla ricchezza storico/culturale (con un centro cittadino e una promenade sul mare tra i più belli del Mediterraneo) ai servizi di livello che offre, l’organizzazione mercantile, la ristorazione e le strutture ricettive di buona qualità, oltre a strutture sanitarie valide e un aeroporto internazionale ben attrezzato. Per raggiungere un così notevole traguardo, è necessario avere una visione di sistema sviluppata in un dettagliato “piano strategico di marketing territoriale e di comunicazione” che non si fermi ad Alghero ma che coinvolga tutti i principali player territoriali del Nord Ovest dell’isola (Amministrazioni locali, Regione Autonoma della Sardegna, Autorità portuale, Agenzie marittime, Operatori turistici, Produttori enogastronomici, Associazioni, Parchi, etc). È necessario predisporre una mappatura delle esigenze e delle richieste dei viaggiatori per individuare le migliori offerte turistiche segmentate per fascia di interesse. Porto Torres, ad esempio, con i suoi moli potrebbe aumentare e dare continuità all’attracco delle grandi navi diventando il punto di partenza per tutta una serie di escursioni alla scoperta della tipicità e della tradizione sarda. A livello pratico, tornando al porto di Alghero, la banchina del molo di sopraflutto, 250 metri di lunghezza e 18 di larghezza, fondata all’origine alla quota negativa di meno 9 metri, è un’ottima struttura se assistita nell’area di evoluzione di fronte da una profondità di almeno 7/8 metri. Una simile struttura sarebbe valida per l’ormeggio di navi di medio e piccolo tonnellaggio, grandi yacht, pescherecci che gravitano nel Mediterraneo Occidentale e hanno necessità di sbarcare il loro prodotto in un porto italiano collegato quotidianamente con i grandi mercati. L’idea di valorizzare il lato Nord della banchina di sottoflutto, per intenderci il Molo Rizzi, è altrettanto valida, anzi è posizionata in maniera tale che le operazioni di escavo per portare il fondale a una quota negativa di 7/8 metri sarebbero certamente meno impegnative dell’escavo alla banchina di sopraflutto e le manovre di avvicinamento ed accosto di una nave sarebbero più semplici. Il ruolo dell’Aeroporto di Alghero diventa centrale. Il maggiore sviluppo e traffico del porto e dell’aeroporto potrebbe accompagnarsi a vicenda in un quadro ove gli Armatori e le Compagnie Crocieristiche, viste le condizioni ottimali (future) della struttura portuale e considerata la centralità di Alghero nel Mediterraneo Occidentale, valutino la possibilità di effettuare “turn around” dei passeggeri o degli equipaggi nel porto con arrivi e partenze delle persone dall’aeroporto. In un’ipotesi di questo tipo si avrebbe uno sviluppo esponenziale della possibilità di fornire provviste di bordo fresche e conservate, migliori servizi, etc a tutto vantaggio dell’organizzazione mercantile della città. Non dimentichiamo che i prodotti alimentari freschi sardi sono tra i più ambiti dei mercati e che la Sardegna, unica nel Mediterraneo, è classificata Blue Zone (termine usato per identificare un’area demografica e/o geografica del mondo in cui la speranza di vita è notevolmente più alta rispetto alla media mondiale). Infine, sono necessarie scelte e decisioni coraggiose per razionalizzare e individuare nuove aree per l’assistenza alla nautica da diporto con particolare riferimento a quella categoria di yacht e barche a vela di proprietà di armatori continentali ed europei che potrebbero lasciare le loro imbarcazioni a svernare ad Alghero, piuttosto che a Porto Cervo o altri porti del Mediterraneo e del Tirreno, a grande vantaggio dell’economia della nostra città e della Sardegna Nord Occidentale.

Andrea Oliva, Agenzia Marittima Oliva Alghero