ALGHERO – “Gli Enti responsabili nella trasformazione di strutture costruite quasi cento anni fa, come la casermetta in un albergo e la cisterna in piscina, sono la Soprintendenza e il Servizio di Valutazione Ambientale. Il peso dei loro pareri è prevalente e insindacabile nel Provvedimento Unico dirigenziale. Vale la pena analizzare l’iter del Soprintendente in quanto lui stesso ci offre materiale di studio con i documenti offerti a mezzo stampa. Le due novantenni di pietra di milioni di anni, la casermetta e la cisterna, che hanno fatto la storia recente, incarnano simboli di guerra, che riportano alla mente il dolore, la fame, la sete e tante privazioni, raccontate a chi vuole immedesimarsi in quella guerra. Quelle pietre raccontano continuamente una storia che si adatta a chi le guarda, pensando ai racconti di chi ha vissuto quel tempo. Con la fine della guerra e l’inizio della rinascita del paese che tutti vivevano con la fiducia nella ripresa economica, in luoghi di guerra ormai abbandonati, la vegetazione riprese indisturbata i suoi spazi iniziando a coprire quelle strutture con un velo di pudore.
Queste strutture non racconteranno più quella storia perché verranno meno i simboli pregnanti del racconto, una caserma in cui si respira anche oggi la disciplina e l’amor di patria e la cisterna che racconta la storia dell’ingegno nel recupero di un bene preziosissimo come è l’acqua. Tra qualche anno dovremo raccontare un’altra storia, opposta a quella che si racconta oggi, sarà una storia di spensieratezza e divertimento e di sprechi, non ci sarà più pathos con quelle pietre, ma la storia verrà travisata, sarà una storia blasfema ricordata tra uno schiamazzo e l’altro in piscina, finché non vi verrà steso un velo d’oblio. Non si racconteranno il nostro passato e la nostra cultura, anche se è questo che dovrebbe esprimere un ecomuseo… nella storia di quel bene è raccontata la nostra storia. Bene il Soprintendente non deve dare giudizi su eventuali cambi di destinazione, ha potere sulle trasformazioni fisiche del bene. E’ su questo principio che poniamo alcune domande ragionate:
o Esiste la possibilità di trasformazione di una fossa settica, chiamato spazio tecnico, in un sotto piano di 50 mq per 2,40 m di altezza da adibire a bagni aperti al pubblico e al personale e a ripostiglio per derrate alimentari con tanto di scala interna e esterna da usare per risalile al piano terra (come da progetto)??
o Pensa che le cisterne esterne interrate saranno trasformate in bagni pubblici?
o Pensa che la cisterna del mappale 83 possa essere trasformata in piscina e quindi cambiando la destinazione originale?
o Pensa che il mappale corrispondente alla cisterna (mappale 83) sia di esclusiva proprietà del Demanio dello Stato?
o Se così fosse ci sono accordi scritti tra la Ditta e il Demanio dello Stato?
o Se così non fosse? Sarebbe legale la trasformazione della cisterna in piscina?
o Pensa che l’area intorno alle strutture belliche siano di esclusiva proprietà del Demanio dello Stato (mappale221)?
o Se così fosse c’è un contratto tra la Ditta e il Demanio dello Stato per la chiusura al pubblico dell’area demaniale?
o Pensa che lo sterrato di 3,5 km sia di esclusiva proprietà del Demanio dello Stato (mappale 12)?
o Se così fosse chi si deve accertare che sia stato stipulato un contratto tra Ditta e Demanio dello Stato per i lavori di impiantistica?
o Pensa che far sorvegliare da uno speleologo lo scasso dello sterrato, in corrispondenza della volta della grotta del Dasterru, sia sufficiente o è necessario un geologo?
o Non pensa che i lavori per la costruzione di vialetti illuminati costituisca un cambio di destinazione di un’area demaniale statale?
o Non pensa che l’eliminazione della vegetazione per la costruzione dei vialetti illuminati costituisca una perdita di biodiversità?
o Pensa che a Punta Giglio ci siano piante infestanti? Se sì, le potrebbe elencare?”
il Comitato Alghero per Punta Giglio