Esce per WMusic Cordemar, il nuovo album di Franca Masu: cinque brani originali e cinque della grande tradizione musicale occidentale – tutti rigorosamente cantati in catalano – in cui questa straordinaria interprete, dalla voce viscerale appassionata e appassionante, si avvale degli arrangiamenti raffinati e modernissimi curati dal chitarrista Luca Falomi insieme al contrabbassista Salvatore Maltana e alla pianista Sade Mangiaracina. Il cd, che si fregia di una poetica quanto intensa presentazione di Paolo Fresu, è un vero e proprio caleidoscopio di suoni e di emozioni, di generi e di arrangiamenti, di armonie e di melodie.
Se Alghero continua ad essere per Franca Masu quel grande ventre che respira e la nutre al di là di ogni geografia, oggi il suo nuovo lavoro discografico Cordemar, pur partendo dal suo amato porto, grazie agli arrangiamenti di compagni di viaggio come Falomi, Maltana e Mangiaracina, segna una nuova rotta, come se il sestante del suo cuore le avesse indicato anche altri mari e nuove latitudini. Masu sceglie di fondere cinque brani originali (che firma nel testo e nella melodia) con altrettanti brani d’autore di grande bellezza e ben noti ad un pubblico appassionatamente cultore di musica. Così conduce naturalmente l’ascoltatore ad entrare nelle pieghe di un racconto autentico, quasi ad immergersi nel profondo – sia fisico che metaforico – di uno stato liquido, in movimento, che muta, che cambia colore e temperatura. Ma brano dopo brano cambiano anche il registro vocale e i generi musicali perché in Cordemar sorprendono la varietà di linguaggio, le soluzioni armoniche, i controcanti e i contrappunti sempre eleganti ma efficaci.
La cifra stilistica di grande spessore che rivela Sade Mangiaracina al pianoforte (presente in quasi tutti i temi) si fonde a pieno non solo con l’arte del fraseggio raffinato, fresco e puntuale di Falomi e Maltana, ma anche con la straordinaria sensibilità di Fausto Beccalossi all’accordeon e con l’incantevole magia dell’armonica cromatica di Max De Aloe; mentre alla batteria Massimo Russino con grandissima efficacia tesse una vera e propria “ragnatela ritmica” sostenendo prestigiosamente le dinamiche di tutti i musicisti e creando continua fusione ed affiatamento senza mai incertezze e cali di tensione. Attraversando sentieri sonori di squisito sapore jazz si incontrano suggestioni pop ma anche atmosfere andaluse e tanguere. È con grande autenticità che attraverso la voce di Franca Masu, risuona attualissima un’antica ballata di Maria Carta rivisitata in catalano; ma con altrettanta naturalezza Bruno Lauzi incontra Roberto Carlos, così come Joan Manuel Serrat fa buon vicinato con Astor Piazzolla. Altri mari e altre latitudini ma che si fanno a noi più prossimi con nuovo gusto, nuovo vento e nuove emozioni.
Line up:
Luca Falomi: chitarra classica, acustica, 12 corde, freetless, mandola Sade Mangiaracina: piano e fender rhodes Salvatore Maltana: contrabbasso Fausto Beccalossi: accordion (tracks 3, 8, 9,) Massimo Russino: batteria e percussioni Max De Aloe : armonica cromatica ( track 5) Laura Sillitti: violino Daniele Guerci: viola Simone Cricenti: violoncello Produzione artistica ed esecutiva: Franca Masu per Aramúsica Arrangiamenti: Luca Falomi (2,3,5,6) Salvatore Maltana (1,4,8) Sade Mangiaracina (7,10) Direzione musicale: Luca Falomi Missaggio: Marco Canepa, Luca Falomi e Salvatore Maltana Mastering : Alberto Macerata Play Studio – TO Copertina, illustrazioni e foto: ChiaraLaFiùt Grafica: Antonio Fois per MouseADV- l’Alguer Videomaker: Bruno D’Elia
Le Sirene esistono (di Paolo Fresu).
A l’Alguer, città catalana di Sardegna che si affaccia al nord ovest del mondo conosciuto, si vedono scrutare l’infinito. Ingannano i navigatori con il loro canto e sono mutanti fanciulle dalla chioma fluente e dagli occhi profondi come la notte sarda e mediterranea. Come nella polena della prua di una nave guardano dove gli altri non vedono cogliendo i desideri e le passioni degli uomini. Franca Masu è una sirena che offre un canto di ringraziamento alla sua terra e al suo mare. La si può intravvedere nella bonaccia, tra Capo Caccia e le Baleari, intenta a declamare melodie che sanno di storie femminili tracciate in una onda lunga che porta fino agli oceani lambendo i confini del mondo latino. Il suo è un canto atavico. Nobile retaggio di ninne nanne e serenate. Canto intenso e melanconico dalla grana spessa come il mito delle dee madri e delle janas. E’ nel medesimo tempo “un vento di primavera che entra dalle finestre e perdona un altro inverno accarezzando l’estate” e un cuore di mare fatto di lacrime e preghiere. Di suoni antichi e nuovi, di partenze e di ritorni al Sud e a un’isola, la Sardegna, che non appartiene a nessuna geografia. Cordemar è una invocazione e un voto. Uno splendido e rarefatto ritratto al femminile che solo una sirena può dipingere.“