Sanità centrale, ma pure sviluppo e lavoro

ALGHERO – E’ vero.  Viviamo un periodo storico in cui siamo sempre più oppressi dalle paure sullo stato di salute. A questo ha certamente contribuito lo stravolgimento delle vite di tutti subito dalla pandemia; e non poteva essere altrimenti. Di riflesso, questo è divenuto il principale tema del dibattito pubblico e politico. Ma se da una parte è naturale che tali timori siano cosi diffusi, dall’ altra non si possono sottovalutare altri effetti nefasti che questo periodo, e pure anche da prima, stanno colpendo attività e famiglie: la devastante crisi economica e sociale. Calo a picco dell’occupazione e crescenti problematiche che colpiscono famiglie e giovani (con la natalità, oramai, sotto zero).

E’ comprensibile e doveroso parlare di sanità, ma appare sempre più impellente puntare i riflettori su questioni che possano da subito, o al più presto, rimettere in moto sviluppo e crescita. Nei luoghi già virtuosi, occorre poco per riaccendere il motore anche se spento da mesi, ma in quelli con più difficoltà il riavvio è molto più complicato. Per questo, va bene che la politica si occupi di Covid, vaccini, sale operatorie, personale medico, etc, ma non è più procrastinabile attivare progettualità, vecchie e nuove, utili a creare subito le condizioni per sostenere famiglie, imprese e professionisti per iniziare a riprendere un cammino che possa evitare un pericoloso tracollo, come detto, economico e sociale.

Le potenzialità (enormi) ci sono. Anche se è arrivato il momento, si spera definitivo, di andare oltre la stagionalità. E dunque pensare ad uno sviluppo che passi per dei luoghi attrattivi anche fuori dai mesi caldissimi. Oggi pare, quasi, impossibile, ma così non lo era fino qualche anno fa. Certo bisogna che tutti facciano la loro parte come, forse, mai accaduto prima. Del resto solo con le forze migliori, con un grande impegno di tutti (singoli, enti, categorie, politica, etc) e con un’ampia e sapiente regia si può superare il periodo peggiore di sempre. Altrimenti, purtroppo, sarà sempre più dura.

V. P.