ALGHERO – Femminicidi, o uxoricidi, Alghero non è indenne. La morte delle ultime donne si sommano alla lunga lista dei reati che colpiscono le libertà delle donne picchiate, sfigurate, accoltellate, massacrate, violentate da colui che fingeva di rispettarle amarle e proteggerle. Gli ultimi numeri ufficiali relativi ai crimini che, «colpiscono le donne, la loro libertà e il loro stesso diritto di vivere» poco meno di uno ogni tre giorni. E ad Agosto l’orribile ondata di violenze sulle donne è proseguita arrivando al suo picco davvero preoccupante: tre crimini nel giro di 24 ore. A uccidere restano in prevalenza partner ed ex partner, autori di un quinto dei reati per la maggior parte a sfondo sessuale. Ma anche conoscenti e familiari per un reato che, rimasto per decenni sommerso nel silenzio omertoso delle mura domestiche che per onta o per paura non veniva mai denunciato, oggi rappresenta il concetto stesso di sopraffazione e discriminazione di genere. Un tema da analizzare approfonditamente è quello del luogo in cui avvengono questi femminicidi, anche alla luce di questo particolare anno in cui la costrizione casalinga è stata molto forte.
«Un bambino piange disperato perché vede uccidere la propria mamma dalla furia selvaggia di colui che diceva di amarli e proteggerli entrambi. Ancora un femminicidio! È spaventoso pensare che questo bimbo avrà le immagini della sua mamma impresse nella memoria per tutta la vita. Alghero non può certo dimenticare i due femminicidi avvenuti negli ultimi tre anni, che hanno destato grande preoccupazione ma soprattutto un grande dolore. Però i dati delle violenze domestiche anche ad Alghero non sono confortanti ma preoccupanti, anche per questo l’Amministrazione Comunale ha in seno un progetto di prevenzione, che vede come primo firmatario Christian Mulas di Fratelli d’Italia insieme agli altri partiti ovvero Forza Italia, UDC, Riformatori, Lega-Psd’az, Gruppo Misto, che supporterà il conflitto familiare e il conflitto di coppia. Lo scopo dello sportello del conflitto familiare, mira a prevenire e accompagnare le coppie a controllare la rabbia e soprattutto ad accettare una separazione che spesso vieni vista come fallimento. Lo sportello si avvarrà di figure professionali che accompagneranno la coppia ad eliminare qualsiasi esacerbazione. Lo scopo del progetto ha come obiettivo centrale l’aiuto psicologico alle famiglie in fase di separazione: genitori e figli. L’ intervento principale e la mediazione familiare e la transizione di coppia: un percorso di colloqui psicologici con la coppia, attraverso i quali i genitori e le coppie sono aiutati ad ascoltare le necessità reali dei figli ma anche dei propri bisogni le proprie paure, e a dare le risposte più adeguate. «Non chiamatelo amore, non chiamatelo raptus. E solo altro sangue sulle mani di uomini che no accettano la chiusura di un rapporto con la propria compagna».