ALGHERO – “8La vittoria alle recenti amministrative può dare nuova linfa alla sinistra e alle forze progressiste del paese. Ma non bisogna illudersi, perché non basta difendere la democrazia dai “fascismi” vecchi e nuovi, per trasformare la realtà di fatto, contrassegnata, per altro, da livelli di astensionismo elettorale davvero preoccupanti. Bisogna, soprattutto, disinnescare la pratica delle crescenti diseguaglianze economiche, dell’esclusione sociale e della mancanza di riconoscimento civile che un sempre maggior numero di persone vivono sulla loro pelle. Nelle periferie, come nelle fabbriche; nelle scuole come dentro le nostre disarticolate famiglie. Questo deve diventare il compito prioritario della sinistra, guidata dal PD, se non si vuole che il nazional-populismo, per niente ancora sconfitto, possa avere la meglio, sia in Italia che in Europa. La pandemia ha acuito una condizione di disagio e di ingiustizia che già prima dilagava nei meandri della cosiddetta “società del benessere”, che è diventata sempre più “società del malessere”, da quando le politiche liberiste fondate su una idea errata di mercato hanno divelto le impalcature sociali costruite dalle politiche socialdemocratiche, che avevano guidato le società nei trentanni del secondo dopoguerra. Politiche liberiste che hanno preso di mira il Welfare, i diritti dei lavoratori, la politica dei redditi, paralizzando l’ascensore sociale e le speranze di auto-realizzazione di diverse generazioni di giovani. Si sono tagliate impunemente le risorse alla sanità e alla scuola, oltre che rese impalpabili quelle per la ricerca; si è precarizzato oltre misura il lavoro, con una politica di dumping dei salari che, oggi, in Italia, sono fra i più bassi d’Europa; si sono resi i posti di lavoro luoghi di morte, insicuri e indegni di un paese civile, con tagli ai controlli delle imprese, i due terzi delle quali, quando sottoposte a verifica, risultano non in regola con le norme di sicurezza. La forbice dei redditi si è allargata in maniera spaventosa. E’ avvenuto diffusamente negli ultimi decenni, per esplodere proprio nel corso della pandemia: secondo il Global Whealt Report 2021 di Credit Suisse, in Italia, si concentrava, a fine 2020, il 3% di tutti i multimilionari del mondo, in aumento di 187mila unità rispetto a quelli contati nel 2019, mentre il numero dei poveri si impennava di un altro 20%. E in un contesto di tale estrema divaricazione sociale, appare addirittura provocatorio che le destre e Italia Viva, attacchino una misura di sostegno ai meno abbienti come il reddito di cittadinanza, che pur necessitando di una giusta revisione, in specie nell’ambito delle politiche attive del lavoro, è stata un’ancora di salvezza per migliaia di famiglie senza reddito, ruolo riconosciuto persino dall’OCSE. Bisogna, in particolare, muoversi su due binari socio-economici: prendersi cura dei giovani, perché in troppi non studiano e non lavorano, e non hanno un futuro; e investire estesamente nei territori e nell’ambiente, da troppo tempo abbandonati a sé stessi, come dimostrano i dati drammatici che vengono proprio dallo spopolamento delle aree interne dell’isola e dall’urgenza della transizione ecologica. A tutto questo il mercato, da solo, non può dare risposta. E’ bene che anche le forze liberali, almeno quelle più illuminate, se ne rendano conto. E’ necessario che le redini ritornino in mano ad uno Stato forte e autorevole, guidato da forze politiche democratiche e responsabili non solo nella cura dei bilanci; che sappiano mettere in campo politiche capaci di allargare l’area di inclusione sociale, dare risposte e opportunità a chi soffre e non ce la fa, mitigando disuguaglianze e chiusure nell’egoismo individuale. A partire dai Comuni, dalle istituzioni di base, dove la scure dei tagli pubblici, in questi anni, è stata eccessiva, se non, addirittura, irrazionale”
Partito Democratico Alghero
Giancarlo Balbina