ALGHERO – “La bellezza salverà il mondo e speriamo salvi anche Alghero. La vicenda dello smontaggio dell’installazione “coralli di luce” da Largo San Francesco, diventato fotografatissimo simbolo della città nel cuore del centro storico, ci offre l’opportunità di ripensare il rapporto con le articolazioni dello Stato. Un rapporto fra comunità locale e competenti uffici dei beni culturali dello Stato che deve essere dialogante, non impositivo, caratterizzato da reciprocità e inculturazione, espressione di un’unica comunità che si vuole e deve servire. Presuppone anche un Sindaco che voglia confrontarsi e non assecondare supinamente. La bocciatura dei pannelli informativi in algherese nel sito archeologico della Villa Romana di Sant’Imbenia, per esempio, i rilievi pressanti e bloccanti per anni sul tracciato della Sassari-Alghero seppure con atteggiamenti discordanti fra Roma e Sassari, ci dicono che occorre un rapporto più stretto col territorio, cioè uno Stato che viva il territorio e la sua cultura, le sue aspettative, la sua contemporaneità e anche la sua economia e il suo sviluppo. Ciò non significa minor tutela e controllo del territorio. Anzi. Significa più attenzione ai cittadini che conservano il loro patrimonio insieme alle istituzioni e lo difendono, lo promuovono perché bene comune. Per questo occorre più Stato, ma uno Stato vicino. Chiediamo al Sindaco che si faccia portatore di una forte istanza perché venga istituita anche ad Alghero una sede operativa della Soprintendenza, essendo area di emergenze archeologiche e culturali almeno alla pari di Nuoro, Olbia, Ozieri, Perfugas e Porto Torres già sedi operative della Soprintendenza Archeologica, delle belle arti e del paesaggio, ufficio del Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo. Si troverà così il modo per un confronto quotidiano e diretto, fatto di condivisione, senza imposizioni da parte dello Stato, senza alibi da parte del Comune. Noi faremo la nostra parte”.