CAGLIARI – A un mese e dieci giorni dalla scadenza scelta da Roma, nulla si sa del congresso sardo del Pd Enrico Borghi, il commissario ad acta incaricato dal segretario nazionale Enrico Letta di gestire il percorso fino a primarie da celebrare entro e non oltre il 28 febbraio, deve ancora definire tutte le tappe. E ora, considerata la recrudescenza dei contagi ma anche il voto per l’elezione del Capo dello Stato, c’è il rischio concreto di un nuovo slittamento. Stavolta non attribuibile ai dem sardi che già non avevano rispettato le due finestre stabilite dalla segreteria nazionale per la celebrazione dei congressi provinciali e regionale: una prima dal 30 giugno al 31 luglio, una seconda dall’uno settembre al 7 dicembre con primarie fissate il 13 ma saltate per la mancata presentazione di candidati nei termini previsti. Queste le notizie diffuse dall’agenzia Ansa.
La nomina di Borghi risale al 26 novembre. Il deputato (corrente Base riformista) e membro del Copasir era stato in Sardegna prima di Natale per un primo giro di consultazioni con l’attuale segretario regionale Emanuele Cani e i segretari provinciali, con i consiglieri regionali e con i parlamentari. Aveva parlato di “un gruppo dirigente molto preparato e consapevole”. Gruppo che nei mesi scorsi non era però riuscito a individuare il candidato unitario che cercava: le correnti non si sono mai messe d’accordo e alla fine Letta aveva mandato Borghi per chiudere la partita una volta per tutte. Ma ora, considerata anche l’emergenza epidemiologica che impedirebbe l’allestimento di seggi nei circoli al chiuso, è verosimile l’ipotesi di un ulteriore rinvio