“Basta amministrare Sassari come città dormitorio”

SASSARI – “Apprendo con stupore che chi amministra la città capoluogo della seconda area più popolosa della Sardegna pensa che ‘Sassari non è, e non sarà mai, una città turistica’. Almeno questo è quello che scrive il presidente del Consiglio comunale Maurilio Murru, sul suo profilo Facebook, che probabilmente dimentica che il turismo non è solo mare, scordandosi inoltre che il comune offre anche balneazione con Platamona, Porto Ferro, Fiume Santo e l’Argentiera”. Ma lasciamo stare per ora il mare – precisa Piu – la cultura, i monumenti, l’arte, l’archeologia, la tradizione non sono forse attrazioni turistiche?”. Il consigliere regionale dei Progressisti Antonio Piu risponde così alle dichiarazioni di Murru. “Seguendo questa linea di pensiero non mi stupisce che a Pasqua e Pasquetta musei e monumenti fossero chiusi”.

“Sassari deve finalmente avere il coraggio di essere capoluogo della città metropolitana – esorta Piu – sono dichiarazioni che leggo con stupore da chi amministra la città. La visone esiste già – spiega il consigliere – ho proposto l’istituzione di Sassari città metropolitana ed ora è realtà, è questa la via maestra, occorre solo avere fin da subito il coraggio di abbandonare vecchi schemi e guardare a Sassari come capofila di un progetto (anche turistico) integrato”.

“Basta amministrare Sassari come se fosse una città dormitorio – ammonisce il consigliere sassarese – ha una vocazione turistica per il suo patrimonio culturale, artistico e di tradizione. Il turismo non è (solo) mare, non è solo monumenti, non sono solo i grandi eventi. Anzi, io preferisco altro e la città lo aveva cercato anni fa: centri culturali, biblioteche, musei dinamici e contemporanei, Accademia, Conservatorio, produzioni teatrali di ricerca ed innovazione”.

“Murru ragiona del Comune di Sassari, ma è ora di ragionare di città metropolitana o quantomeno di area vasta. Non si può continuare  a fare discorsi ‘medioevali’ di lotta tra comuni limitrofi, continuando a fare paragoni con località e comuni vicini quando Sassari ancora non ha avuto il coraggio di diventare a tutti gli effetti città capoluogo della seconda area più popolosa della Sardegna. L’offerta deve essere finalmente integrata in cui ogni singolo territorio, anche all’interno dello stesso comune, possa e debba esprimere la propria vocazione turistica”

“Sassari è stufa di questa narrazione tossica che sminuisce quello che c’è, che strozza gli spunti di vivacità e innovazione. L’Accademia per esempio tira fuori tanti artisti che poi emigrano altrove e non lasciano niente (non per loro volontà) a Sassari. Stesso ragionamento per altri innovatori, musicisti, ecc. Attualmente la vitalità di Sassari è legata a eventi spot e non alla continuità, all’humus di un ecosistema socio culturale da coltivare costantemente”.

“Affermazioni come quelle del presidente del Consiglio comunale non fanno altro che appiattire ogni stimolo e spunto di rinascita e di vitalità che Sassari ha nel suo dna ma che, se continua a trovare amministratori che negano in partenza ogni potenziale, non potrà far altro che restare immobile. Per questo voglio interrogare tutti, politici, amministratori e cittadini su quale sia la direzione, quale il punto centrale del dibattito di una città che vuole emergere e diventare punto di riferimento di un territorio.”