ALGHERO – Era da tempo che non si vedeva cosi tanta gente festosa, adulta, ad un grande evento. Certo, quest’anno Alghero, così come molte località sono state prese d’assalto, ma un conto sono le passeggiate, ristoranti, locali, cene tra amici, etc, altro discorso è ritornare a condividere un momento conviviale e culturale come un vero concerto. Suonato da una band con batteria, basso, chitarra, tastiere e voce. Cose che parevano superate, d’antan, antiche e invece tutt’altro. Il concerto dei Litfiba, all’interno del programma predisposto dalla Fondazione Alghero in questo caso con Insula Events, è stato, ad oggi, quello con più pubblico (5.000 ingressi) e probabilmente lo sarà fino alla fine della stagione. C’è da considerare che era una data del tour dell’addio, dopo 40 anni di storia della musica non solo italiana, ma bisogna anche evidenziare che c’era, e c’è, voglia di musica, quella vera, suonata e perfino rock o perfino oltre. Musica che entusiasma e, a prescindere dalla sua realizzazione (con strumenti classici o elettronica) che ha una storia, fa emozionare, non fugace, ma che resta impressa per molto per sempre.
E i Litfiba rappresentano anche tutto questo. Non da oggi, anzi, in particolare nei loro esordi che, come noto ai suoi fans, con la “triade” Desaparecido, 17 Re e Litifiba 3 e l’ep Eneide e poi l’eccezionale live Aprite i vostri occhi, hanno impresso un’impronta non cancellabile nella storia della musica moderna. Consci di questo immenso valore, ma nonostante l’assenza dei maestri fondatori Aiazzi alle tastiere e Maroccolo al basso, oltre che il compianto Ringo de Palma alla batteria, ricordato nel concerto di Alghero, i Litfiba degli ultimi lustri ovvero Piero Pelù e Ghigo Renzulli, hanno costruito un live d’addio esplosivo ed emozionante con cui è stata ripercorsa la storia pluridecennale della band fiorentina. Instanbul, Tex, Woda Woda, Apapaia, Bambino, Paname (contro la guerra del tiranno Putin) e la chiusura come un uragano con Resta. Un ultimo concerto in Sardegna che resterà nella storia e non solo perchè non ne seguiranno (salvo sorprese) degli altri nei prossimi anni, ma anche perchè, come detto, a parte qualche necessario aggiustamento legato ai punti bar, acqua e ristori, e l’eccessivo caldo afoso, è stata una grande bellissima cerimonia in onore della musica.
Foto di Piero Pelù nel concerto di Alghero di MAURO MADAU