ALGHERO – Ci sono tematiche riguardanti questo territorio che, seppur trovato perfino (viste le perenni e ataviche divisioni) opinione comune sulla necessità della loro soluzione, non riescono a trovarla. Una d queste, forse non tra le più rilevanti, ma sicuramente importante, è quella del contenimento della fauna selvatica. Come noto, in particolare cinghiali e daini. Animali che, per diversi motivi, non ultimo quelle delle tutele ambientali derivanti della presenza del Parco di Porto Conte, sono esplosi nelle loro diffusioni. Ma, come detto, tutti proprio tutti (o quasi, meglio dire) sono d’accordo che volenti o nolenti bisogna attuare un piano di contenimento. Attuare, però, non immaginare e neanche programmare.
Gli Enti coinvolti sono diversi col Parco che in primis si è resto disponibile ad ascoltare tutti a partire dalla Borgate per intervenire senza se e senza ma. C’è però necessità che anche gli altri siano sulla stessa lunghezza d’onda e, a sentire la coommissi0ne giustamente convocata dal presidente della Quinta, Christian Mulas, ad alcuni non è parso proprio cosi. E dunque arriviamo ad oggi con l’ennesimo comunicato stampa o lettera che dir si voglia sul tema. Un po’ come la Sanità e altre questioni del territorio dove oramai pare più facile profondere valanghe di comunicazioni che essere realisti e agire.
“Lettera aperta rivolta a tutti gli Enti preposti a governare la problematica del contenimento della fauna selvatica. Parliamo del piano quinquiennale di contenimento dei cinghiali in via di predisposizione per il Parco Naturale Regionale di Porto Conte. A nostro parere dovrebbe prendere come titolo: “Piano di eradicazione del cinghiale”, facendo riferimento nel documento in modo chiaro e inequivocabile alla parola eradicazione, infatti bisognerebbe entrare quanto prima in quell’ottica che, entro pochi anni sarà una necessità per la Sardegna intera.
Le azioni dovrebbero avere quello come obiettivo principe.
Un tentativo serio di eradicazione abbatterà considerevolmente il numero dei cinghiali che certo, non saranno mai azzerati ma saranno senz’altro diminuiti sensibilmente.
Nel frattempo il Parco dovrebbe stipulare un’assicurazione che vada a coprire qualsiasi danno ai terreni circostanti con pagamento degli indennizzi entro 30 giorni lavorativi dalla presentazione della domanda da parte dei proprietari. Ora c’è un’assicurazione regionale che copre solo certi tipi di danno.
Il Parco di Porto Conte dovrebbe altresì muoversi nella direzione di recintare il suo perimetro, in autonomia previa autorizzazione oppure tramite un bando che preveda contributi del 100% ai proprietari dei terreni interessati. In ultima istanza, il Parco dovrebbe dotare gratuitamente di validi dissuasori, come ad esempio le recinzioni elettrificate, i proprietari dei terreni circostanti che ne fanno richiesta.
Se è bello e a pagamento per i turisti visitare il Parco di Porto Conte per “ammirare” daini e cinghiali, a rimetterci gravemente, economicamente e in termini di sicurezza, sono gli imprenditori agricoli e non solo del territorio, costretti a spendere grandi somme per approntare alte e sofisticate recinzioni che prevedono quotidiane manutenzioni.
Ci pare giusto che una quota degli introiti del Parco vada quindi a riproteggere e indennizzare chi subisce danni.