ALGHERO – Spesso si legge e si sente echeggiare l’allarme rispetto all’aumento di criminalità e insicurezza nelle strade e città italiane. Salvo poi scoprire che l’unico aumento, sempre costante negli ultimi anni, è quello dei drammi all’interno della famiglia e in particolare tra uomo e donna in quello che viene denominato “femminicidio”.
Per lungo tempo è stato detto e ribadito che era indispensabile che le donne, quasi sempre mogli e compagne, dovessero denunciare gli atteggiamenti persecutori e pure più gravi da parte della persona con con cui si convive. Ma neanche questo, dati alla mano, è bastato. Sono, ad oggi, già 104 le donne uccise dall’uomo che avevano scelto come compagno. Una tragedia senza fine e con numeri sempre in aumento che vede anche una solida quota parte di donne che avevano denunciato alle forze dell’ordine la condizione di paura.
Certo, è solo tramite una rivoluzione sociale, come ha detto una dirigente della Polizia in tv in queste ore, che se ne può uscire. A partire dalle scuole. Divulgando e diffondendo rispetto e soprattutto cancellare l’atavica “gabbia mentale” che vede l’uomo lascito da una donna trasformarsi nel “brutto anatroccolo” di una società sempre più basata sull’estetica, sull’apparire e sulle apparenze. Ciò che va trasmesso, ai più giovani soprattutto, è che la violenza va rigettata, sempre, ancora di più nei confronti di una donna e che, la vita, può andare avanti anche se non, obbligatoriamente, in coppia, ma rispettando le altre, gli altri e se stessi.