ILBIA – «Per noi medici tutti, a prescindere dal ruolo che svolgiamo, questo intenso momento storico che stiamo vivendo – non solo in Sardegna – ci costringe a un profondo cambiamento non solo su come “fare il medico, ma anche su come “essere medico”». Il Direttore Generale della Asl Gallura, Marcello Acciaro, interviene nel dibattito sul ruolo della continuità assistenziale e sulla nuova visione verso cui orientare la sanità per dare risposta ai bisogni di salute.
«I vecchi modelli non funzionano più e siamo troppo pochi per fronteggiare la domanda sanitaria. Ma quali sono i nuovi modelli? Cosa vuol dire essere medici e “fare il medico” oggi? Perché i giovani medici scappano dalla sanità pubblica? Perché non siamo abbastanza e perché non ci sentiamo più sicuri? Perché la sanità è continuamente sotto attacco? Che effetto fa sentirsi sempre in discussione? Il titolo sensazionale del giornale di oggi non corrisponde allo stato d’animo della categoria medica che sostiene la linea di cambiamento auspicato, che porta avanti il collega Prof. Doria». Poi la riflessione sulle polemiche apparse sulla stampa. «Il concetto di “pastiglia” è una sineddoche che però evidenzia come è in discussione profondamente il nuovo ruolo del medico. Possiamo fare e dire molte cose, portare avanti battaglie di principio ed erigere barricate, ma i problemi restano e vanno affrontati tutti insieme, perché è chiaro a tutti che dopo la pandemia molte cose sono cambiate. Occorre capire e “far capire” come oggi sia necessaria una medicina di continuità assistenziale più moderna, dotata di mezzi e meglio retribuita. Una sanità più vicina alla gente, di prossimità come si dice in gergo, ma anche più incisiva e di qualità quando serve. E per questo servono nuovi modelli. Qualche idea su come fare l’abbiamo e vogliamo portarla avanti per noi, per tutti gli operatori e per la Comunità».