ALGHERO – Finalmente si parla anche qui di turismo musicale. Un settore che non nient’altro che una costola di quello culturale che riempie città, siti archeologici, musei, chiese etc di tutta Italia. A questi si aggiunge la musica che, da tempo, è divenuta motivo valido per spostarsi e soprattutto lasciare importanti ricadute economiche sui territori di riferimento dove vengono organizzati eventi (concerti, festival, rassegne, etc). Infatti, sempre più spesso, quando si fanno scelte oculate, grazie alla collaborazione di professionisti che conoscono il comparto, si intercettano flussi di villeggianti che hanno una notevole capacità di spesa e che, al concerto, aggiungono alloggio, ristorazione, gite varie e acquisti nei negozi.
In Europa lo hanno compreso da decenni (basta pensare a tutti i festival che, senza che neanche esca la lin-up, vanno sold-out in pochi minuti), in Italia, per diversi motivi, si fa più fatica. Ma negli ultimi anni, anche grazie agli esempi di Lucca (Lucca Summer Festival), Pistoia (Pistoia Blues Festival), Torino (con Club to Club, Todays, Collissioni, etc), Firenze (Firenze rocks), Roma (Roma summer fest più tante altre cose minori ma di grande valore), Milano (gli eventi all’Ippodromo, Mi Ami e i Social Music dedicati all’elettronica), e poi anche Ferrara che sta primeggiando con nomi e format altisonanti e altri festival meno noti al grande pubblico e in centri più piccoli, ma di grande rilevanza culturale e pure economica come Vasto, Valle d’Itria, Genova (Balena) e c’è pure la nostra Sardegna con il “Sun and Bass”, festival di musica drum and bass e affini che raccoglie un pubblico straniero in particolare tedesco ogni anno nel mese di settembre a San Teodoro. Grazie, anche a questi appuntamenti, si ritornato a parlare di “Turismo musicale”
A citare questa locuzione, vista la rinnovata volontà di proporre appuntamenti di tale genere, è stato, negli scorsi giorni, l’assessore al Turismo del Comune di Olbia, Marco Balata, che compie da tempo un ottimo lavoro in tema di eventi. Anche qui, col presidente della Fondazione Alghero Andrea Delogu si è riparlato di questo segmento che ha visto la Riviera del Corallo primeggiare per anni, a cavallo del primo decennio degli anni 2000, e che da quest’anno, estate più i capodanni (bloccati recentemente dal Covid), ritorna ad essere protagonista. Ma se nel caso della città gallurese gli indicatori paiono tutti positivi, da questa parte della Sardegna, come noto, c’è da recuperare terreno in termini, soprattutto, di servizi, mobilità interna e collegamenti aerei. E inoltre necessario fare l’agognata rete con gli altri centri del territorio al fine di implementare l’offerta turistica. Questioni non di secondo piano se si vuole veramente dare impulso all’economia locale.