ALGHERO – “La recente notizia diffusa dal Comune di Alghero di imminente inizio lavori di restauro del Forte della Maddalena e della ex caserma dei Carabinieri – luoghi lasciati per troppo tempo in stato di abbandono e di declino – non può essere accolta che con vivo interesse. I suddetti manufatti e monumenti di indubbio valore storico-architettonico, tutelati da specifiche norme dello Stato, costituiscono il patrimonio identitario dell’intera comunità algherese.
Auspichiamo che il loro recupero sia seguito da una scelta di destinazione ad uso pubblico
al fine di soddisfare il grande bisogno di spazi idonei e centrali per le attività istituzionali (v.
uffici pubblici, servizi alla persona, spazi culturali e di aggregazione) al cui scopo si
prestano i locali di via Simon. Con questo obiettivo nel 1995 venne avviata la procedura di
permuta concordata tra l’Amministrazione comunale di Alghero e la Provincia di Sassari
con la cessione a quest’ultima del plesso scolastico di via Degli Orti, risolvendo in tal modo
un problema strutturale dell’Istituto Tecnico Industriale – all’epoca la scuola era ospitata in
locali privati assolutamente inidonei nonché onerosi – per ottenere dalla Provincia l’edificio
dell’ex caserma dei Carabinieri il quale, dopo un adeguato recupero, avrebbe consentito di
razionalizzare la struttura degli uffici comunali. Alle associazioni che nell’ultimo decennio
sono state ospitate nella ex caserma di via Simon in base a regolari accordi con
l’amministrazione comunale svolgendo peraltro un importante ruolo culturale e di
aggregazione sociale nonché di custodia dell’edificio andrebbero garantiti altri spazi
idonei.
Altra soluzione auspicabile è costituita dal completo restauro del Forte della Maddalena
che, con un sapiente restauro, potrebbe costituire un teatro all’aperto come lo fu negli anni
‘80 e ‘90, ospitando concerti, rappresentazioni teatrali, eventi culturali e “cinema sotto le
stelle” con larghissima partecipazione di pubblico, così da sottrarlo al lungo stato di
abbandono e alle mire ormai dilaganti di soggetti privati. La felice posizione, la buona
acustica, il fascino delle mura e della torre ne farebbero un luogo di straordinaria
attrazione e facile fruibilità.
Fatte le suddette premesse, Sardenya i Llibertat propone all’Amministrazione comunale di
programmare una campagna di scavi mirata sulle due aree da attuare prima dell’avvio
degli appalti con un progetto di archeologia urbana preventiva da concordare tra Comune
di Alghero, Soprintendenza archeologica e Università degli Studi di Sassari, intervento
irrinunciabile per un Centro storico di valore ampiamente riconosciuto, interessato da una
continuità d’uso degli spazi urbani dal Medioevo ad oggi.
Ciò eviterebbe ogni sorta di imprevisti che spesso causano sospensione o rallentamento
dei lavori, contenziosi con le imprese appaltatrici, aggravio di costi e perdita di immagine,
come accade in molte città e non risparmia la nostra.
L’archeologia urbana fu messa in pratica in diverse città italiane a partire dai primissimi
anni ‘90, vista come un’operazione a vantaggio delle città, per restituire spazi sociali di
immediata centralità e al contempo aggiornare, come nel caso di Alghero, la
documentazione archeologica e storica.
Gli scavi serviranno a far luce sul nostro passato, rivitalizzando i luoghi, le loro stratificazioni e superfetazioni, consentiranno rilievi e restituirci informazioni e quindi documenti sulla vita economica e sociale della nostra città. Tutte queste informazioni insieme a quelle già ottenute con gli scavi urbani eseguiti iniziati nel 1997, durati oltre un decennio e diretti dal professor Marco Milanese, consentiranno una lettura più puntuale sulla storia di Alghero del suo ruolo in Sardegna e nel Mediterraneo”.
Sardenya i Llibertat, Il coordinamento