ALGHERO – Altro che crescita record, aumento delle aziende e attività, la crisi del Nord Ovest Sardegna si taglia a fette ed è rappresentata appieno dai numeri divulgati da Pietro Fois, commissario della Provincia di Sassari che sta incarnando sempre di più le vesti del trascinatore del popolo sardo di questa parte della Sardegna. Residenti che, come noto, soprattutto nei maggiori centri, è evidente che deve uscire dal classico torpore e muoversi, agire, alzare la voce, se ce n’è bisogno. Non contro qualcuno, ma al massimo contro se stessi, per un ritardo che non è più sopportabile e nemmeno plausibile.
“Sia chiaro, noi non siamo contro la Regione o il Governo. O meglio, chiediamo a Cagliari conto delle sue responsabilità, siamo al fianco di Cagliari per andare a Roma, e siamo vicini al governo centrale per le rivendicazioni a livello europeo. Non cerchiamo contrapposizioni, ma risposte”, così Pietro Fois sulla Nuova Sardegna e continua, partendo dai numeri che rappresentano appieno la condizione di estrema criticità in cui si trova il Nord Ovest.
“Su 1 miliardo e 880milioni di fondi destinati all’area di Cagliari 1 miliardo e 330 milioni sono per interventi già progettati e per cantieri già aperti. A Nord su 850 milioni è praticamente tutto fermo. Noi vogliamo sapere perché, quali sono i colli di bottiglia, quali sono le responsabilità. E soprattutto quali sono le soluzioni che si vogliono mettere in campo”. Per ottenere l’obiettivo, Fois chiede e ottiene il sostegno anche di illustri personalità del calibro di Mario Segni, Arturo Parisi, Pietrino Soddu, Massimo Fantola, Angelo Rojch, Beppe Pisanu, Giovanni Meloni.
“Organizzeremo nei prossimi giorni una manifestazione in piazza – spiega Fois – perché le nostre rivendicazioni interessano in maniera profonda e decisiva il futuro dei cittadini. E la convinta unione del nord, che è già saldissima a livello di amministratori come anche l’altro ieri mi ha confermato il sindaco di Olbia Settimo Nizzi, deve essere visibile anche a livello di cittadinanza“, che sia la volta buona che questa parte della Sardegna, potenzialmente ricca (e in passato, in parte, lo fu), la smette di cianciare e si muove come un corpo compatto per ottenere quanto gli spetta e soprattutto quanto ha a disposizione, ogni giorno, ma deve mettere a regime. Inutile fare l’elenco, sarebbe lunghissimo.