Sardegna libera? Meglio soli che…

ALGHERO – Tra il serio e il faceto sono in tanti su facebook, in post o commenti, ad avanzare un’idea: perchè Renzi non vende direttamente la Sardegna ad un altro Stato? Una provocazione, forse. Ma del resto quanto accaduto in 60 anni di governo repubblicano è solo legna per il caminetto di chi vuole dire addio allo Stivale.

La Sardegna in oltre mezzo secolo è stata sempre vista come terreno di conquista, dai voti alle ricchezze energetiche passando per le bellezze paesaggistiche e lo sfruttamento turistico, quello del classico mese di agosto ad ammirare il tramonto senza creare un duraturo indotto economico. E i risultati sono quelli di oggi: povertà e spopolamento. Questo in una regione che, vista solo la posizione geografica, dovrebbe essere ricchissima. Ma, come accaduto per la vendita del mare alla Francia, sono anni che i parlamentari eletti in Sardegna (a parte qualche rarissima eccezione) non appena giunti a Roma, forse per il magico ponentino, si dimenticano della loro provenienza e delle tante parole e promesse spese a favore degli elettori che gli hanno dato fiducia. Tanto da scomparire anche nelle cartine presenti alla Bit.

E’ noto che i sardi vivano sempre questo stato di sudditanza rispetto a qualsiasi ordine giunga da oltre-Tirreno oppure per i territori regionali da Cagliari, ma un minimo di dignità, in un periodo così difficile come quello attuale, è indispensabile. Del resto viviamo in un momento in cui da una parte le casse degli enti pubblici sono vuote, i privati locali sono alla canna del gas eppure ci sono tanti grossi investitori pronti a creare sviluppo ed occupazione (anche riguardo le tante incompiute di Alghero) ma, proprio per una generale ignavia e paura di creare fastidi ai sovraordinati, non vengono fornite risposte. A questo punto, al netto della boutade di venderci ad un altro Stato, sarebbe ora di far esprimere i sardi sulla volontà o meno di autodeterminarsi magari in connessione diretta con la Catalogna.

Nella foto la Sardegna

S.I.