ALGHERO – Arriva per “Alguer Comedy”, il format della Fondazione Alghero, Germano Lanzoni, “Il giullare contemporaneo” si esibirà questo venerdi al Teatro Civico. Ecco un’intervista con l’artista componente della crew del “milanese imbruttito”.
Germano Lanzoni, iniziamo dal film che ti ha visto protagonista “Mollo tutto e apro un chiringuito”. Che esperienza è stata? Che rapporto avete creato con il cast e in particolare con i sardi “Pino e gli Anticorpi”. E infine, com’è stato lavorare in Sardegna?
L’esperienza del film, per altro da protagonista è stata un’esperienza quantica… ovvero un’esperienza che mi ha fatto comprendere meglio e più in profondità il lavoro del cinema. E’ un domino di competenze che lavorano al massimo per permettere a chi viene dopo di lavorare al massimo. Si parte dal driver, al trucco e parrucco passando per i tecnici e arrivando a noi attori seguiti poi ovviamente dai registi, dal montaggio e dalla distribuzione. Il rapporto da parte mia è di sincero rispetto ed amicizia, poiché loro mi hanno davvero accompagnato, Stefano e Michele hanno un’esperienza cinematografica molto più solida della mia e quindi durante i giorni OFF si lavorava per far si che la scena fosse fatta al meglio. Non li conoscevo di persona e sono rimasto entusiasta della loro grandezza umana. E poi ho avuto la fortuna di lavorare con un mostro di una grandezza universale che è Benito Urgu…è stato veramente un impatto di scambio generoso sia da parte mia che soprattutto da parte loro. La Sardegna è il mio paradiso, quando posso vengo per rigenerarmi, l’ho girata praticamente tutta. Ultimamente vado spesso in Ogliastra ed è uno di quei posti in cui la relazione con la natura è potente, sei circondato da bellezze di cui rimango costantemente affascinato e poi stimolato nella rigenerazione di pensieri nuovi, soprattutto testi molti dei quali vengono poi utilizzate durante le rappresentative invernali.
Fai tante cose (teatro, musica, cinema, cabaret): in quale di questi “palcoscenici” ti trovi meglio o ami di più? E in quale, tra questi, pensi che sarai più presente in futuro?
In realtà è come se usassi una tavola da surf , che è l’ironia, per passare su diverse onde. Lo spettacolo dal vivo è quello che ho sperimentato di più, 36 anni di palchi, club e locali peggiori di Caracas nelle periferie di Milano. Per cui amo fortemente tutto ciò che è live show perchè ti destabilizza soprattutto i club dove non vengono solo per te ma per altri mille motivi e quindi c’è una sorta di lotta nel conquistare l’attenzione e questo credo che ormai faccia parte del mio DNA. In futuro spero che ci sia questa continua migrazione costante dandomi l’opportunità di sperimentare cose nuove. Il cinema è da un punto di vista di esperienza produttiva è quella per cui a volte rimango incantato, per quante persone ci lavorano attorno, mi auguro di fare il sequel del film e di vivere anche altri personaggi.
Raccontaci un po’ dello spettacolo che farai ad Alghero il 31 marzo, al Teatro Civico, per “Alguer Comedy”?
Ad Alghero porto “Ci aggiorniamo – dipendenze croniche di massa!” che già dal titolo fa capire che è un testo che si aggiorna in base alle esperienze che faccio e a ciò che cambia dentro di me e il sottotitolo fa intendere che siano le mie dipendenze croniche di massa che poi sono dipende di un uomo contemporaneo che cerca di combattere la noia vivendo hobby, passioni che a volte diventano ossessioni. Direi proprio un uomo circondato da una marea di impulsi, richiami, una sorta di Ulisse che quello che rischia davvero è di perdere solo del tempo. Con le musiche di Orazio Attanasio e Gianluca Beltrame che sono un po’ i miei angeli custodi dal punto di vista musicale cercando di mantenere quella che è la tradizione della comicità milanese dove si intervallano monologo e canzone. Milanese nel senso di scuola e non di linguaggio. Ci sarà ovviamente anche il personaggio che mi ha dato visibilità, un racconto per svelare le curiosità del cosa si nasconde dietro ovvero una persona.
Ti definisci un “Giullare contemporaneo”, come nel teatro shakespeariano, questi dicono, col sorriso e facendo ridere, ma pure pensare, sempre la verità, ecco dicci dell’attuale panorama artistico italiano e in particolare di quello milanese. E ancora come trovi proprio oggi la tua Milano, una città sicuramente che attraversa un periodo felice, almeno sembra…
Amo definirmi giullare per definire una figura che è sempre esistita dalla notte dei tempi, ovvero un osservatore eterno che sa capovolgere la realtà e sa far emergere tutte le discrepanze e incongruenze che la società stessa ci impone. Il compito è sempre stato quello, del giullare mi piace anche molto l’idea che avessero la possibilità di parlare solo in alcuni momenti durante l’anno, il carnevale era uno di questi, e potevano dire qualunque cosa. Si chiamavano il “matto con licenza” oppure il “matto naturale”, le due figure che possono raccontare la verità senza essere impiccati o denunciati. E’ quindi secondo me un ruolo di privilegio che personalità come la mia nell’arco del tempo si sono inventati e creati e difesi. C’è una bellissima frase di un clown francese che riconosce alla comicità un rito collettivo di umiltà, quando un comico o giullare racconta con uno specchio deformato vizi e virtù nostre e il pubblico guarda loro come uno specchio capovolto e quindi ride come se fosse la storia di qualcun altro, se però faccio bene il mio lavoro ci cascano e si identificano confrontandosi con la loro condizione. E’ un privilegio che sicuramente chi fa questo mestiere secondo me deve prendersi la responsabilità e detronizzare il più possibile gli aspetti che ci limitano la crescita e la visione, perchè sono tutti nostri tabù, i nostri limiti e le nostre ambizioni personali e collettive che sono passati a volte per virtù a volte per leve per migliorare ma in realtà aumentano una contraddizione di fondo cioè un maggior successo di un singolo individuo non porta sempre al successo di tutti gli altri, ma porta ad una solitudine individualista. Su Milano invece è una città in continuo cambiamento, qualche anno fa era addirittura all’apice del suo splendore adesso invece vive le criticità di una grande città sempre di più. La differenza delle zone ricche e le zone povere, centro e periferia, questo va risolto assolutamente come priorità altrimenti si crea un conflitto sociale non da poco. E’ la terza città più inquinata al mondo, scoperto recentemente, Milano ti da tutto però ti prende altrettanto.. subito due polmoni appena arrivi. Questo impone a chi gestisce o a chi vive la città di immaginarsi città vivibili in futuro. Se Milano saprà cogliere in anticipo o nel tempo giusto la possibilità di avere una città vivibile e quindi vuol dire che davvero la persona raggiunge una propria soddisfazione mantenendo però una soddisfazione collettiva e un’interazione con gli altri che si è resa possibile e sincera allora Milano si che può ambire a mantenere il suo ruolo di traino altrimenti rischia di diventare solo una città dove si fanno soldi e tra l’altro non è detto che chi viene per farceli li restituisca alla città e soprattutto una società ha bisogno di visioni differenti che permette di metterli in connessione.
Ritornando alla prima domanda e chiudiamo, cosa ti è piaciuto di più della Sardegna e cosa ti manca di più della nostra Isola?
Mi mancano quasi da crisi di astinenza i Culurgiones. Poi quello che mi manca essenzialmente è il Blu del mare, la trasparenza dell’acqua, il Verde dell’entroterra, i sapori forti sia delle pietanze che delle persone, quel senso di ospitalità molto attento e riservato che poi diventa un legame di amicizia profondo. Il panorama in assoluto, una terra di grande forza energetica e poi le spiagge, quando non ci sono i milanesi che rompono il cazzo. Ci sono dei periodi in cui si può ammirare e vivere pienamente la vostra meravigliosa terra. Grazie!
Eleazaro Rossi – 21 Aprile 2023 https://bit.ly/Eleazaro_
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