Caval Marì: cibo, arte e musica. Sede d’eccellenze, senza voli pindarici

ALGHERO – Caval Marì, sembra la volta buona. Finalmente si parla di occasioni di sviluppo e non solo di bagarre su sanità e “posti letto” e similari. Per carità, essenziali. Ma senza una spinta verso la sviluppo e crescita, anche i servizi primari andranno sempre più scemando. L’Amministrazione di Centrodestra ha già comunicato, a seguito dell’avvenuto dissequestro, di volere procedere con una veloce messa in sicurezza e poi immediata assegnazione per la gestione.

A prescindere dal dibattito da bar legato a dinamiche del ‘900 se fare o non fare una “discoteca”, oramai quella struttura del Lungomare Dante, come quasi tutte quelle che oggi vengono concepite in tutto il Mondo, in luoghi di estremo pregio ambientale, storico e sociale, devono avere un’evidente multi-funzione. E soprattutto un legame e sinergia tra pubblico e privato.

Polivalente, questa è la parola magica che “archistar”, designer e pensatori moderni rendono reale in progetti come quello che dovrebbe riguardare il Caval Marì. Già Fuego, Cavallino Bianco e Caligola. Proprio quest’ultimo già si avvicinava a tali presupposti connessi ad un uso plurime. Tradotto: caffeteria, ristorazione, aperitivi, musica e pure club notturno, ma tutto all’interno di un luogo espositivo magari dedicato a qualche specifica eccellenza regionale. Le produzioni artigianali e artistiche delle donne sarde? Perchè no. Ma anche, a rotazione, può ospitare vari tipi di valenze artistiche. Tutto in una situazione di estrema qualità: dal cibo agli arredi passando per la proposta musicale e comunicativa. E ovviamente non bisogna dimenticare che il valore dell’immobile (per le casse comunali e dunque pubbliche) deriva dai volumi di cubatura presenti in una posizione che non permette più la realizzazione di nessun tipo di costruzione fissa.

Puntare verso l’alto. Non si può fare altrimenti con una struttura che trasuda di epoche in cui Alghero era al centro del settore turistico e tra le mete preferite a livello internazionale. Ciò accadeva anche grazie a locali che davano divertimento, svago, voglia di apprezzare, sul mare, le bellezze del meraviglioso golfo della Riviera del Corallo. Anche in questo caso, come quasi sempre, basta guardarsi intorno. Uscire da Rudas, con un po’ di curiosità, e vedere cosa offre il Mondo. Un esempio è la catena del Nhow Hotel. Strutture ricettive divenute veri e propri musei con anche esibizioni artistiche e musicali e tanto altro. Polivalenza d’eccellenze allo stato puro (come da foto allegate).

Per ritornare al Caval Marì si dovrebbe ritornare ad un luogo di moderno intrattenimento. Riportarlo agli antichi fasti, però con un’implementazione dell’offerta che dovrebbe obbligatoriamente comprendere anche la promozione delle eccellenze locali di enogastronomia, artigianato e pure delle varie forme artische. Un luogo polifunzionale, elegante e sul mare, con ristorante, bar e pure sala da ballo, oltre che, come detto, sale destinate all’esposizione dei lavori e prodotti migliori dell’Isola.

Insomma un plesso possa garantire decoro, intrattenimento e soprattutto lavoro e benessere. E può diventare anche un simbolo. Simbolo della rinascita di Alghero. Tutto questo non può prescindere da un “disciplinare” piuttosto stringente prodotto dall’Amministrazione, magari col contributo di qualche elevata consulenza, dove si indica tutto: dall’uso dei materiali all’offerta da produrre fino ai vari planning commerciali, comunicativi e di sviluppo. Per chiudere, non è detto, senza troppi voli pindarici legati ad una clientela che non frequente zone, che possa diventare un “club” (ovvero un locale) che rappresenti, anche, la storia della città di Alghero e perchè no, magari con la realizzazione di un approdo per le imbarcazioni.