ALGHERO – Si è svolto nei giorni scorsi un sopralluogo dei rappresentanti della “Fondazione Gioia e Carlo”, Daria Gentiloni Silveri e Filippo Marchi Falck, finalizzato all’avvio operativo del progetto finanziato dalla stessa Fondazione. I rappresentanti della Fondazione “Gioia e Carlo” che ha tra i suoi obbiettivi primari il sostegno ad azioni conservazione sul fronte avifaunistico e non solo, hanno avuto modo di visitare via mare l’isola Foradada esprimendo gradimento per i progetti già avviati dal Parco di Porto Conte in collaborazione con l’Ispra di telemetria satellitare sugli uccelli delle tempeste. In particolare Filippo Marchi Falck, naturalista appassionato di ornitologia, ha mostrato particolare interesse sui i temi di ricerca applicata condotti nell’area di Porto Conte. I tecnici del Parco hanno inoltre, illustrato gli altri progetti in campo avifaunistico che interessano il falco pescatore, il grifone e ancora l’avvoltoio Capo vaccaio. Il progetto di eradicazione del ratto nero dall’isola Foradada prenderà avvio concreto in autunno. I rappresentanti della Fondazione “Gioia e Carlo” sono stati poi accolti dal direttore e dal Presidente del Parco Mariano Mariani e Raimondo Tilloca nella sede del Parco per una visita ai musei di Casa Gioiosa e per un ringraziamento formale per l’attenzione riposta nei confronti del Parco di Porto Conte e Area Marina protetta Capo Caccia – isola Piana.
Il progetto riveste per il Parco una particolare importanza. Riguarda, infatti, una misura di conservazione attiva relativa alla eliminazione del principale pericolo per il successo riproduttivo delle specie di uccelli nidificanti sull’isola della Foradada. Quest’ultima, situata entro i confini del Parco naturale regionale di Porto Conte, dell’Area marina Protetta Capo Caccia-Isola Piana e della Zona Speciale di Conservazione di Capo Caccia e Punta Giglio, a fronte di una modesta superficie, di poco superiore ai 5 ha, presenta un eccezionale valore naturalistico ai fini della conservazione degli uccelli marini, ospitando siti di nidificazione di tre specie di Procellariformi contenute nell’Allegato I della Direttiva 2009/147 CE: 1. l’uccello delle tempeste mediterraneo Hydrobates pelagicus melitensis, con la seconda colonia italiana (circa 600 coppie nidificanti sull’isola); 2. la berta maggiore Calonectris diomedea; 3. la berta minore Puffinus yelkouan . Durante la nidificazione, il principale fattore di rischio è legato proprio alla presenza del ratto nero, predatore introdotto dall’uomo in Sardegna e in generale sulle isole, nei confronti del quale le tre specie non possiedono i necessari meccanismi difensivi. Mentre per le due berte il ratto rappresenta una minaccia come predatore di uova e pulcini, abbassando il successo riproduttivo fino ad azzerarlo e provocando a lungo termine una riduzione numerica ed estinzione a livello locale delle colonie, nel caso del piccolo uccello delle tempeste può predare anche gli adulti, tanto che questa specie nidifica solo in pochissime isole (in Italia meno di 10) prive di ratti o in grotte da questi irraggiungibili (o che per lo meno lo sono state finora) presenti su isole che ne sono infestate, come nel caso di Foradada.
In Italia le prime eradicazioni dei ratti sono state svolte attorno al 2000, e da allora ne sono state completate oltre 20 (altre sono in corso), con difficoltà via via crescenti per superficie (Montecristo e Pianosa, > 1000 ha), morfologia ripidissima (Tavolara), presenza di consistenti comunità locali e abbondanti flussi turistici estivi (Ventotene è oggi l’isola con più abitanti, a livello mondiale, dove sono stati eradicati i ratti). I risultati ottenuti attraverso gli interventi citati sono stati di assoluto rilievo ai fini della conservazione di berta maggiore e, soprattutto, di berta minore (80 % della popolazione italiana, all’incirca pari al 40 % di quella mondiale, attualmente nidificante su isole rat-free), mentre per l’uccello delle tempeste sono in corso i primi tentativi di attrazione della specie su alcune delle isole liberate dai ratti.
In ragione di quanto espresso e, particolarmente, per la sua importanza per i Procellariformi nidificanti, l’obbiettivo eradicazione del ratto nero dall’isola Foradada, e quello di mantenere nel tempo lo status rat-free grazie alla messa in atto di semplici misure di biosicurezza, diventa un azione non più rinviabile.