CAGLIARI – I vertici della Confcommercio Sardegna, capeggiati dal Presidente regionale Sebastiano Casu saranno accolti domani 6 luglio dal viceministro Edoardo Rixi e dal viceministro Galeazzo bignami, nella sede del Ministero dei trasporti a Roma per discutere la situazione oramai insostenibile dei trasporti da e per la Sardegna. L’incontro arriva in risposta ad una precedente interlocuzione avuta la scorsa settimana sempre a Roma, in sede ministeriale, dove il presidente Casu, accompagnato dal presidente Confcommercio sud Sardegna Alberto Bertolotti e dal presidente Confcommercio Nuoro Ogliastra Agostino Cicalò, in rappresentanza del mondo delle imprese, e delle attività professionali in Sardegna, hanno ribadito con forza la gravità della situazione dei trasporti in Sardegna, che di fatto, condanna i residenti alla condizione di isolamento, e impedisce all’economia turistica di decollare. Una condizione da “terzo mondo” che isola ancora di più la nostra regione italiana, le cui autostrade di collegamento per l’Italia sono rappresentate dalle linee aeree con condizioni e tariffe “discriminatorie” nei confronti dei non residenti e a condizioni disagiate per chi dalla Sardegna si deve spostare per questioni di salute, lavoro e studio. Il diritto alla mobilità come il diritto di uguaglianza tra cittadini, sanciti rispettivamente dall’articolo 16 e 3 della Costituzione italiana, non può essere negato ancora. Già in una lettera consegnata dai rappresentanti degli organi confederali, la preoccupazione per i disagi creati dalla continuità territoriale continua ad essere alta. Per ciascuno dei nostri aeroporti, leggiamo nella lettera, oggi si espletano bandi di gara per garantire i collegamenti aerei in continuità territoriale con Fiumicino e Linate, tutti indipendenti tra loro. Situazione penalizzante soprattutto per Alghero in quanto lo scalo è utilizzato prevalentemente da residenti (i quali godrebbero della tariffa concordata) e non dai turisti ai quali le compagnie aeree possono praticare prezzi molto più elevati (addirittura superiori sino a 5-6 volte la tariffa di riferimento). Non è infatti previsto un tetto tariffario per i passeggeri che non godono della continuità territoriale. Sempre in tema di trasporto aereo, come già avvenuto in altri contesti territoriali del Paese, sono auspicabili anche in Sardegna, interventi tesi alla messa a sistema delle società di gestione aeroportuale con l’obiettivo di migliorare le capacità di confrontarsi con le compagnie aeree, fornitori di beni e servizi e specialmente con tutti i cosiddetti competitors nell’ottica di rafforzare l’attrattività del prodotto SARDEGNA nelle complessità attuali del mercato. Confcommercio Sardegna, nell’interesse delle imprese del commercio, del turismo e dei servizi, ritiene che questa “messa in rete” del sistema aeroportuale sardo, possa consentire una gestione più efficiente degli scali isolani ed un coordinamento fra gli stessi, in grado di supportarne il potenziamento. La soluzione potrebbe essere dunque l’espletamento di un bando unico per la continuità territoriale su tutti e tre gli scali e l’ applicazione di una tariffa unica, sui collegamenti in continuità, per residenti e non residenti o, quantomeno, stabilire un “tetto” massimo per le tariffe a carico dei cittadini non residenti. I cittadini sardi hanno il diritto di spostarsi dall’isola alle stesse condizioni di un qualsiasi cittadino italiano e chi viene nell’isola, lo deve poter fare alle stesse condizioni vigenti nel resto dello stivale.
Ulteriore elemento di discrimine, come ben spiegato nella lettera, è la condizione disastrata della mobilità interna che i sardi sono stanchi di subire. Bisogna potenziare e incrementare l’intero sistema dei collegamenti interni, unica arma contro lo spopolamento (ogni anno gli abitanti della Sardegna diminuiscono di 45.000 unità). Allo stato attuale l’isola possiede una rete ferroviaria assolutamente insufficiente ed inefficiente. Il caso più eclatante è il collegamento tra Cagliari-Sassari-Olbia, circa duecento chilometri, che avviene su un unico binario ferroviario con un tempo di percorrenza inaccettabile (4-5 ore). Mancano, per fare ulteriori esempi nel nord ovest, i collegamenti ferro-tranviari con l’Aeroporto di Alghero ed una interconnessione efficiente e coordinata tra pullman e ferro-tranvia in tutta l’Isola. La situazione non migliora sul fronte della mobilità sulle strade sarde, interessate da cantieri infiniti, con progettualità ormai superate, visti i tempi tecnici procedurali, e il traffico congelato, soprattutto nel periodo estivo, che moltiplica il tempo di percorrenza. Giusto a titolo esemplificativo citiamo lo stallo nel completamento della Sassari – Alghero ed il mancato avvio dei lavori di potenziamento (passaggio da due a quattro corsie) dell’arteria stradale Olbia – Arzachena. Alla luce di queste verità, la Sardegna, a causa della sua natura insulare, paga un prezzo elevatissimo in termini di mancato sviluppo. La “tassa dell’insularità” costa ai sardi circa 5700, 00 euro pro capite all’anno, a oltre un quarto del Pil pro-capite; tenendo conto della popolazione sarda, corrisponde a circa 9,4 miliardi di euro di minore prodotto annuo. “Alla luce di questi dati – evidenzia il Presidente regionale Sebastiano Casu- risulta indispensabile un intervento urgente da parte del governo, che si interessi concretamente al caso “Sardegna” per colmare i maggiori gap derivanti dall’insularità, ponendo maggiore attenzione alle politiche di potenziamento delle infrastrutture e dei collegamenti, così come avviene in tutte le Regioni italiane.”