Stop fusione aeroporti, “Ma quale vittoria per la Regione?”

Ma quale vittoria della Regione? Se non ci si siede subito attorno ad un tavolo, a perdere sarà la Sardegna. Bisogna farlo, non solo con il piano industriale in mano, ma condividendo la strategia. Credo sia interesse della Regione e del nuovo soggetto aeroportuale del nord Sardegna, che ha all’interno il sistema camerale, e quindi il sistema imprenditoriale sardo.

La Regione non può e deve gestire aeroporti, ma dettare regole e indicare strategie si. Svolga il suo ruolo, faccia programmazione. Non privi però il territorio del principale network aeroportuale italiano.

La Regione vuole la regia del sistema aeroportuale sardo? Faccia quello che deve fare e ancora non ha fatto: un piano regionale dei trasporti che assicuri una missione – in sintonia con le società di gestione – per ciascuno scalo sardo e una diversificazione di rotte e vettori per garantire complementarietà; investa ancora nel co-marketing, utilizzando ciò che si può fare nelle pieghe della normativa europea per garantire maggiore traffico.

E’ facile intuire come possa essere fondamentale, anche nel rapporto coi vettori, avere in casa chi gestisce gli aeroporti di Milano Linate e Malpensa (con Sea), Napoli (con Gesac), Torino (con con Sagat), Trieste (con Afvg) e Bologna (con Aeroporti di Bologna), oltre Alghero (con Sogeaal) e Olbia (con Geasar), in cui sono transitati complessivamente in un anno fino a 65 milioni di passeggeri.

Serve incontrarsi, vedere le carte, sancire i patti, nell’interesse dei sardi. Ma il privato faccia il privato e il pubblico faccia il pubblico.

La bontà dell’iniziativa è misurabile: si pone obiettivi quantitativi di traffico passeggeri ambiziosi, che dovranno però essere distribuiti con equità tra i due scali di Olbia e Alghero. E vanno perseguiti nel breve e nel medio termine. Gli investimenti annunciati sui due scali possono rientrare in quella ricerca di qualità e attrattività che può far bene soprattutto ad Alghero, anche in ottica di una espansione della parte commerciale dello scalo e di crescita dei ricavi e degli utili no aviation. La solidità del network aggiungerà capacità contrattuale nei rapporti con i vettori. E la Regione deve mettere regole. Accanto al privato, per un bene pubblico.