CAGLIARI – Anche nelle tavole dei sardi c’è sempre meno pane. Come per il versante nazionale che vede il crollo dei consumi in Italia, al minimo storico, con appena 80 grammi a testa al giorno per l’addio a una pagnotta su 3 (-33%) in poco più di un decennio (analisi Coldiretti diffusa al Villaggio contadino di Roma). Cambiano consumi e prezzi, dunque, ma il tutto segue un’annata del grano che in Sardegna è stata di poche luci e tante ombre, dettate soprattutto da un calo della produzione per il 2023 di circa il 20%, secondo i dati Coldiretti Sardegna, che mostrano anche una media di 34 centesimi al chilo pagati ai cerealicoltori isolani. Prezzi ben al di sotto dei 40 centesimi al chilo individuati come soglia minima per non andare sotto i costi di produzione, contando anche i circa 30 quintali per ettaro come resa media nell’Isola.
GIORNATA DEL PANE. E proprio nella giornata dell’Alimentazione e del Pane il messaggio di Coldiretti Sardegna resta in scia rispetto al grido d’allarme lanciato quest’estate per una stagione cerealicola isolana in difficoltà. “Anche gli ultimi rilevamenti mostrano come stiamo affrontando una vera emergenza grano nell’isola e non solo – sottolineano Battista Cualbu e Luca Saba, presidente e direttore Coldiretti Sardegna – la marginalità dei nostri agricoltori è sempre più bassa e in tantissimi casi i guadagni restano al di sotto dei costi di produzione. Ecco perchè abbiamo lavorato alla creazione delle filiere isolane e al progetto ‘Solo Sardo’ che sostiene la giusta remunerazione ai cerealicoltori – concludono – considerata la forbice sempre più ampia tra il prezzo del pane e quello del grano, è necessario sostenere i produttori primari con ogni strumento a disposizione”.
COSTI. E proprio la differenza tra costi di pane e grano continua a preoccupare Coldiretti considerato che il prezzo aumenta di oltre 17 volte tenuto conto che il prezzo del pane al momento viaggia nel Paese tra i 3 e i 5 euro a seconda dell’area. In base all’elaborazione Coldiretti Sardegna sui dati dell’Osservatorio prezzi del Ministero dello Sviluppo economico ad agosto emerge che normalmente a Cagliari per comprare una pagnotta da un chilo, in media, ci vogliono quasi 4 euro (da un minimo di 3,3 euro a 5 euro) mentre un anno fa il costo era di 3,74 euro, contro i 4,21 euro di Sassari (da un minimo di 4 euro a un massimo di 4,5 euro) dato rimasto invariato rispetto al 2022. Cifre che si uniscono a quelle di città come Bologna (5,15 euro per una pagnotta da un chilo), Milano (4,33) o Palermo (4,14) che viaggiano ad alti costi del pane e altre dove va meglio come Roma dove la stessa pagnotta costa in media 3,25 euro o Napoli dove si paga mediamente 2,26. Numeri che gravano sui cerealicoltori considerato che per fare un chilo di pane occorre circa un chilo di grano, dal quale si ottengono 800 grammi di farina da impastare con l’acqua per ottenere un chilo di prodotto finito.
FOTOGRAFIA. Sempre sul fronte del pane a essere preferito, anche se il consumo è in costante calo, continua a essere il pane artigianale che rappresenta l’84% del mercato ma – sottolinea la Coldiretti – cambia la pezzatura più gettonata che scende del 50% nei dieci anni, da 1,5 chili ad un solo chilo. La spesa familiare in Italia per il solo pane ammonta a 6,7 miliardi all’anno, secondo l’analisi Coldiretti su dati Istat. Il tutto legato a una situazione che vede il nostro Paese dipendere dalle importazioni straniere già per il 64% del grano tenero che serve per pane, biscotti, dolci. Per questo Coldiretti rilancia la richiesta di introdurre anche per pagnotte e panini l’obbligo dell’indicazione in etichetta, se confezionato, o sul libro degli ingredienti, se non confezionato, dell’origine del grano impiegato, proprio come accade per la pasta. Oggi il pane non confezionato non ha etichetta, ma nel punto vendita deve essere presente il libro degli ingredienti, a disposizione dei clienti.