CAGLIARI – “Per la seconda volta in pochi giorni Antonio Moro mi cita totalmente a sproposito, con affermazioni e argomentazioni prive di senso. Ho voluto, per il bene di quell’unità e di quella coesione tanto richiamata in questi giorni, evitare di rispondere ma oggi mi vedo costretto quanto meno a precisare alcune cose.
Se non avesse fatto il mio nome avrei pensato che Antonio Moro si stesse riferendo a sé stesso quando ha parlato di chi è titolato a parlare.
Ricordo a lui, ma dovrebbe saperlo bene, che è assessore da nominato e non certo per i voti presi alle elezioni. Anzi, per quanto lo riguarda tutte le volte che si è presentato al giudizio degli elettori è stato sonoramente bocciato.
Io posso dire a gran voce di non esser mai stato nominato, sono sempre stato eletto e sono sempre stato tra i più votati in Sardegna.
Sono fiero di esser stato libero e coraggioso, non tanto per essere uscito da un partito ma per aver fondato una forza politica tutta sarda che rappresenta i sardi, ascolta la loro voce e la traduce in azioni concrete. Non ho avuto paura di uscire dal comodo perimetro dei partiti nazionali per costruire un progetto e donarlo alla mia terra. La differenza tra me e lui sta tutta lì, tra chi il consenso lo ha conquistato camminando ogni giorno in ogni angolo della Sardegna e chi invece senza consenso si è fatto traghettare in un incarico in Giunta.
Vorrei poi precisare che noi di Sardegna al centro 20 Venti non siamo mai stati contro qualcuno e neanche contro Solinas, abbiamo chiesto discontinuità amministrativa facendo valutazioni politiche e su queste ha concordato in larga maggioranza il tavolo. Lui invece è stato tra quelli che più duramente hanno criticato il Presidente con attacchi durissimi. Poi ha cambiato radicalmente idea, quando si è seduto nella poltrona da assessore.
Mi dispiace, infine, che proprio il Psd’az possa invocare l’aiuto di Roma per poter stravolgere una decisione assunta da un tavolo sardo legittimato a scegliere il candidato della coalizione. Noi di Sardegna al Centro 20 Venti rappresentiamo i territori, ascoltiamo quotidianamente la loro voce e la portiamo avanti con coerenza. Ora, se si vogliono evitare i veleni che ha citato Moro e si vuole andare avanti nel segno dell’unità, come ha chiesto il tavolo sardo, non si cerchi di cambiare una decisione assunta in Sardegna provando a giocare la carta dell’aiuto romano. Sarebbe davvero la morte del sardismo”