SASSARI – Il Consorzio di bonifica della Sardegna centrale vieta l’utilizzo dell’acqua ad uso irriguo in tutti e tre i sub comprensori di sua competenza. Il cda del Consorzio stamane 12 gennaio non ha potuto fare altrimenti essendo ormai esaurite le scorte assegnate da Enas il primo gennaio 2023 per rispettivi 22 milioni per il bacino del Posada (diga di Maccheronis), 21 mila per il Cedrino (Diga di Pedra e Othoni), 8 milioni di metri cubi dal Taloro per il Sub comprensorio della Media Valle del Tirso. “Siamo costretti dopo un anno di estrema siccità a ricorrere a questo strumento senza alternativa alcuna – spiega il presidente del Consorzio Ambrogio Guiso -, perché sostanzialmente dobbiamo preservare la poca acqua rimasta. Parliamo di 3 milioni di metri cubi nell’invaso del Posada, 7 milioni in quello del Cedrino. Permettendo comunque l’utilizzo per uso potabile e gli abbeveraggi del bestiame.
Non possiamo che prendere atto che le precipitazioni che garantivano l’apporto di acqua nei nostri bacini di accumulo stanno diventando sempre di più un’incognita. Fatto questo che ci deve portare a fare maggiormente attenzione alle programmazioni sul lungo periodo”. La mancanza di precipitazioni autunnali ha comportato infatti non solo un mancato apporto della risorsa ma anche un consumo protratto per tutto il periodo autunnale, portando quindi la stagione irrigua a coprire periodi in emergenza. Le precipitazioni attese non hanno apportato la quantità necessaria, e se i primi mesi dell’anno saranno avari di precipitazioni si prospetta una primavera di forti e inevitabili restrizioni per il mondo agricolo della Sardegna centrale. Oltre sei mila aziende distribuite rispettivamente nei 4.300 ettari ricadenti nel distretto Cedrino, 5.700 ettari nel distretto Posada e 6.400 ettari nel distretto Media Valle del Tirso.