SASSARI – Migliorare la raccolta differenziata, estendere il porta a porta ad altre aree del territorio comunale periferiche alla città quindi implementare la comunicazione sui temi della differenziata, così da raggiungere il numero maggiore di cittadini e coinvolgerli direttamente. Questi alcuni dei temi discussi durante l’ultima seduta della sesta commissione consiliare Ambiente presieduta dalla consigliera Valeria Fadda e alla quale ha partecipato anche l’assessore all’Ambiente Fabio Pinna con il funzionario del Settore Ivano Mulas.
«Oggi il Comune di Sassari è a circa il 46 per cento di raccolta differenziata – ha ricordato il rappresentante della giunta di Nicola Sanna – e il prossimo obiettivo da raggiungere rimane quello del 50 per cento. E una mano a raggiungere questo livello sarà dato dall’estensione del servizio porta a porta che, sebbene più complesso e anche costoso nel breve periodo, nel lungo consente di risparmiare notevolmente». Durante la seduta è stato ricordato che ogni anno oltre 30 mila tonnellate di rifiuti raccolti nel territorio comunale di Sassari finiscono nella discarica di Scala Erre e che soltanto attraverso la raccolta differenziata, fatta secondo le regole, è possibile diminuire la quantità di rifiuti da portare in discarica. Grazie alla differenziata è possibile recuperare gli scarti, risparmiare risorse ed evitare emissioni di CO2 in atmosfera.
Da qui la convenienza del porta a porta rispetto alla presenza dei cassonetti stradali che, nel tempo, sono passati da 1200 a 900 e la cui presenza nelle periferie crea un fenomeno che preoccupa l’amministrazione. Si tratta della migrazione dei rifiuti, cioè l’abbandono dei rifiuti non correttamente differenziati nei cassonetti stradali da parte di chi proviene dai paesi limitrofi per scaricarvi l’immondizia. Con la raccolta differenziata – è stato detto – si riducono i costi di smaltimento e aumentano i contributi ricevuti dai consorzi di filiera per materiali differenziati quali carta e cartone, plastica, vetro, legno. È stato ricordato il forte impulso dato dal sindaco Nicola Sanna affinché il porta a porta si estenda il più possibile, così da raggiungere subito il 50 per cento di raccolta differenziata ed evitare che i cittadini debbano pagare penalità consistenti da coprire con l’aumento della tassa rifiuti.
È stato quindi Ivano Mulas a riassumere le tappe che hanno portato alla raccolta porta a porta, avviata nel 2013 nelle zone di Li Punti, Ottava e San Giovanni con il coinvolgimento iniziale di 4.900 famiglie per un totale di 11 mila abitanti. Negli anni si è passati a un maggior coinvolgimento del territorio, in particolare di quello che rappresenta il cuscinetto o cintura della città, quindi l’agro, per arrivare a novembre 2015 con quasi un quinto dei sassaresi impegnati nel porta a porta (oltre 9.800 famiglie e quasi 25 mila abitanti). Dal 2012 al 2015 il secco residuo è calato, passando da 38 mila tonnellate a 32 mila attuali. In questi anni sono state distribuite anche circa 5 mila compostiere che hanno consentito di ridurre il volume dell’umido raccolto. E adesso le prossime tappe porteranno il porta a porta alla Landrigga e Bancali, con un coinvolgimento di 2.400 famiglie per circa 6000 abitanti. «Tra le novità del porta a porta – ha annunciato l’assessore Fabio Pinna – è prossima l’estensione all’area di Prato comunale». L’attività del Settore si concentrerà anche nell’ambito della comunicazione che dovrà portare una maggiore diffusione delle regole della differenziata e un più ampio coinvolgimento anche delle scuole.
Nella foto dei cassonetti a Sassari
S.I.