Crisi Bruno: maggioranza in agitazione

ALGHERO – Il tempo passa, anzi vola. Sono già trascorsi diversi mesi dal momento in cui l’assessore Lelle Salvatore si dimise facendo accendere la spia rossa nella macchina dell’amministrazione Bruno. Segnale che, compiendo un errore madornale, non è stato colto per il suo reale valore. E il percorso, già difficile, si è ulteriormente complicato. Potremmo dire, continuando nella metafora, che alla falsa partenza è seguito un lungo periodo col freno a mano tirato e oggi l’auto è evidentemente in panne.

Dopo quel passaggio, in cui sarebbe stato opportuno fermarsi, fare un pit-stop e realizzare un restyling di giunta e partecipate, i consiglieri dello Scudo Crociato hanno traslocato nei banchi di minoranza facendo calare il numero di maggioranza a sole 13 unità (o 12 e mezzo, come dicono i maligni). Numero, per alcuni magico, ma alla prova dei fatti totalmente insufficiente per governare Alghero soprattutto in un periodo di grave crisi come quella attuale dove è evidente che la sua morsa si è allentata, ma la luce in fondo al tunnel è ancora molto lontana. Tutto questo dopo già due commissariamenti e un’altra amministrazione distaccata dalla realtà (le cui responsabilità sono anche correlabili all’attuale fallimento). Un lungo periodo di non-governo, o meglio di amministrazione non corrispondente alle reali e tante esigenze del territorio, che oggi pesa su tutti i comparti e settori della società algherese. Ogni giorno ci sono delle questioni che vengono sollevate e che evidenziano la difficoltà del momento.

In questo scenario l’unica ancora di salvataggio disponibile potrebbe essere rappresentata dal Partito Democratico. Non solo per un fatto numerico del Consiglio, ma anche per le tante porte che il “brand nazionale” potrebbe aprire facendo ripartire la macchina e togliendola dallo stallo attuale. Ma, anche in questo caso, siamo punto e a capo. I dem di via Mazzini sarebbero anche pronti a dare il loro sostengo ma restano immutate le condizioni che ancora non si sono verificate: azzeramento, ammissione del fallimento e soprattutto adeguamento del programma.

Anche Bruno sarebbe pronto, ma non paiono della stessa opinione ampie porzioni della sua maggioranza. Del resto azzeramento significa che tutti gli assessori dovrebbero dimettersi. Per alcuni ci sarebbe la riconferma, per altri no e si tratterebbe in questo caso di un’evidente bocciatura. Nessuno, ovviamente, vuole finire crocifisso per il fallimento generale. Il sindaco avrebbe rassicurato che tutto è apposto, però giungono segnali di fibrillazione e fermento da non sottovalutare e che non escludono la fine anticipata del mandato. Ipotesi che non sarebbe esclusa oramai neanche dallo stesso Primo Cittadino.

Nella foto i banchi della maggioranza in Consiglio

S.I.