Posidonia in agricoltura: si può

ALGHERO – “Con l’appressarsi delle festività pasquali molti algheresi hanno iniziato ad osservare con preoccupazione gli imponenti accumuli (banquettes) di Posidonia spiaggiata che l’azione delle maree ha riversato sui nostri litorali, la rimozione della quale rappresenta un argomento controverso che annovera ogni anno, tra le proprie fila, detrattori e sostenitori entrambi mossi da evidenti e ugualmente legittimi princìpi”. Cosi l’agronomo algherese Ferdinando Manconi, specializzato in in Politiche e Pianificazione per la Città, l’Ambiente e il Paesaggio, interviene sul problema o su una ricchezza inutilizzata qual è la posidonia, questione su cui Algheronews ha riaperto il dibattito cittadino [Leggi].

“Si tratta, invero, di un intervento non privo di molteplici e giustificate polemiche in quanto riguardante un ambito ecosistemico non solo delicato ma talmente fragile da spingere, per un versante, il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare (MATTM), per mezzo della circolare n.8123/2006 e, per l’altro, la Regione Sardegna, con la Determinazione n. 942 del 7 aprile 2008, a suggerire il mantenimento dello status quo o, laddove ciò non fosse possibile, per via delle condizioni igienico-sanitarie e di fruibilità dell’area, autorizzare l’esecuzione manuale dell’intervento o l’impiego di particolari mezzi meccanici di piccola taglia (“L’attività di pulizia della spiaggia e la rimozione della posidonia spiaggiata deve essere effettuata con l’uso di rastrelli e, nel caso di lunghezza della spiaggia superiore ai 300 metri, anche con mezzi meccanici gommati con carro allargato, di peso non superiore alle 2,5 tonnellate, con profondità dei tasselli dei pneumatici max 5 cm, dotati di un sistema di trigliaggio”).

“Conseguentemente non appare condivisibile né auspicabile la scelta perpetrata, appena l’anno scorso, dall’Amministrazione cittadina resasi protagonista di un anticipato quanto “disinvolto” piano di rimozione della tipica pianta acquatica dagli arenili ben in anticipo (primi di marzo) rispetto alle linee guida regionali, che fissano la data di intervento al 15 aprile, vale a dire in concomitanza con l’inizio della stagione balneare. E ciò non solo in aderenza alla citata normativa di settore ma anche sulla scorta delle stesse tradizioni dei Paesi del bacino Mediterraneo, le quali suggerirebbero, al contrario, una gestione meno conflittuale di simili formazioni vegetali. E, in tal senso, ci viene incontro proprio la normativa che con il D.M. del 22 gennaio 2009 “Aggiornamento degli allegati al Decreto L.gs 29.04.2006 n.217 concernente la revisione della disciplina in materia di fertilizzanti” e con il D. L.gs 29.04.2010 n. 75 “Riordino e revisione della disciplina in materia di fertilizzanti, a norma dell’Art.13 della Legge 07 luglio 2009 n.88”, di fatto abroga il precedente divieto di utilizzare le piante marine e le alghe per la produzione di compost”.

“E’ di tutta evidenza l’importanza del cogliere il carattere innovativo e dirompente della predetta norma. L’impiego della Posidonia spiaggiata come substrato per le coltivazioni serricole senza terra (in abbinamento o in sostituzione alla perlite) e/o come ammendante (in abbinamento o in sostituzione alla costosa torba), infatti, garantirebbe una gestione dei litorali rispettosa dell’ecosistema (ricordiamo, infatti, che per essere avviata ad un centro di compostaggio, i cumuli di Posidonia possono contenere, tra gli altri, quantitativi di sabbia ben inferiori al 20% in peso stabilito dalla norma per il conferimento in discarica) e, vieppiù, sarebbe in grado di fornire all’agricoltura algherese (e non solo) un prodotto di elevata valenza agronomica”.

“Le due realtà della nostra città catalana così, con ciò intendendo il mare e il confinante agro, potrebbero, anche in questa circostanza, supportarsi a vicenda integrando appieno il concetto di sostenibilità. D’altro canto occorre suggerire, sebbene sia del tutto evidente, come simile gestione richieda, necessariamente, il rispetto dei cicli naturali, invero del tutto ignari delle nostre festività pasquali o dell’inizio della stagione balneare. Una rimozione anticipata delle banquettes di Posidonia comporterebbe, infatti, come ahimè, già avvenuto nel recente passato, l’alterazione del delicato equilibrio del nostro litorale e l’esposizione dell’arenile ai moti ondosi caratteristici anche della tarda primavera”.

“La formazione di personale specializzato mediato da consulenti esperti del settore potrà garantire la riuscita del processo limitandone i rischi e comportando il soddisfacimento di quelle esigenze legate alla tutela ambientale, fruibilità ricreativa, salute e igiene pubblica che una città a vocazione turistica come Alghero e un litorale ampiamente antropizzato come quello di San Giovanni richiederebbero e meriterebbero”.

Nella Ferdinando Manconi

S.I.