Alghero. Povera Alghero. Chi avrebbe mai immaginato che una città dal così glorioso passato potesse ridursi alla stessa stregua di un paesino dalla cordula record. Un luogo che fine solo pochi anni fa aveva degli auspici tutt’altro che modesti. Forse si esagerava: Ibiza, Cannes, Taormina e altri posti a cui amministratori, operatori culturali e gente comune puntavano per migliorare Alghero. Il punto di partenza era ottimo: la Porto d’Oro del turismo isolano. Oggi, anzi da qualche tempo, più che la porto d’oro sembra uno sgabuzzino. Grigio, buio, disordinato, indecoroso, insomma l’opposto di quell’immagine da cartolina che per anni abbiamo cercato di vendere che, molto spesso, rispecchiava le straordinarie bellezze della Riviera del Corallo. Eppure non sembrerebbe un compito così arduo e impossibile amministrarla. Le cose da fare non paiono infinite. Servizio raccolta rifiuti, un’idea su porto e aeroporto, un team capace alla guida dei settori turismo e cultura, il disbrigo delle pratiche edilizie, qualche manutenzione qui e la, le buche nelle strade e il mantenimento del minimo decoro e cura del verde. “Sembra facile!”, direbbe qualcuno. Ma allora si ritorna punto e a capo: mica il dottore ha ordinato a nessuno di candidarsi. Da qualche tempo vediamo facce spaesate, confuse, smarrite tra chi siede tra i banchi del consiglio e chi amministra. Eppure siamo superinformati e tutti sappiamo benissimo il tragico momento che stiamo attraversando e allora la domanda nasce spontanea: cosa si aspettavano le persone che si sono candidate? Di andare a fare una passerella un paio di volte al mese in via Columbano, qualche selfie, due risatine sorseggiando un caffè, pacche sulle spalle, un passaggio in commissione, la difesa delle proprie lobbine e poi tutti a casa a nanna ad abbracciare moglie (o mariti) e figli. Il film non è cinepanettone, ma bensì un altro: un horror. Per non fare gli ipocriti (com’è diffuso in città) è evidente che la crisi non c’è solo ad Alghero, ma se per anni ci si abitua a gustare le brioche accontentarsi d’un tratto di pane e cipolla non è facile, capiranno anche i nostri “eroi”. Alghero tutti giorni, o quasi, offre un panorama da cartolina. Da Porto Conte a lungomare di Bosa passando per il centro storico e il lungo litorale sabbioso è un paradiso. Nessuno può impedire agli algheresi di pensare alla propria città come una delle località sopra menzionate invece di un anonimo paesello della periferia sassarese. Non è possibile cancellare anche i sogni, almeno non in un posto da sogno come Alghero.
Alexis