Pd e Bruno distanti sul programma

ALGHERO – Per alcuni la posizione del Pd, rappresentata più volte dal segretario Mario Salis, era un po’ troppo rigida e dura rispetto ad un sindaco che, del resto, è stato anche consigliere regionale del medesimo partito. Ma i tempi sono cambiati. E quando avanzato dal Pd algherese non è mutato di una virgola almeno nei termini del cambiamento del programma, oltre che dell’azzeramento e ammissione del fallimento. Parole che ultimamente, è vero, almeno pubblicamente non si stanno più usando, ma a fronte di un cambio di strategia della forma, la sostanza non cambia.

E gli ultimi incontri, quelli che avrebbero dovuto fare sintesi tra le varie posizioni, hanno messo a nudo quello che diciamo da tempo: siamo davanti a mondi molto distanti. Nonostante la matrice dem sia la medesima, oramai questo partito racchiude anime molto differenti che però, almeno nel caso di Alghero, hanno trovato unità d’intenti nel nuovo corso di via Mazzini. E questo, a quanto pare, andrebbe a scontrarsi con quello che è il modo di vedere la politica, e in questo caso la città di Alghero, da parte di Bruno e dei suoi sostenitori.

Questo sta complicando, e non poco, l’eventuale definizione di un accordo. Troppe le divergenze su tematiche importanti quali la Meta (il Pd non reputa assolutamente indispensabile l’individuazione di un direttore, quando esiste già la figura del presidente che potrebbe, se qualificato, ricoprire anche quel ruolo col supporto di un cda operativo), igiene urbana (a fronte di alcune proposte ripetete alla nausea dal partito, Bruno sta andando avanti per la sua strada con gli evidenti problemi che ciò sta causando), Puc (per il Pd si potrebbe attuare un grande progetto per dare una veste internazionale al piano e dunque alla città), suoli pubblici (totale bocciatura del regolamento che si è rivelato punitivo e contro la categoria) e poi l’ex-caserma dei carabinieri, lo staff di Sant’Anna, la cancellazione di format importanti per gli eventi e turismo, la mancanza di adeguata promozione del territorio, la mancanza di manutenzione e decoro e tanto altro.

Insomma un quadro che, a quanto pare, mancando le conferme e l’ufficialità, avrebbe reso quasi impraticabile la definizione di un accordo e dunque dell’ingresso in maggioranza. Questo anche a seguito di notizie emerse in queste ore che vedrebbero alcune porzioni della compagine governativa in fibrillazione e pronte, loro stesse, a non garantire più i numeri in consiglio, com’è noto già risicati, anzi inesistenti visti che l’ultima seduta è stata “salvata” proprio dalle opposizioni. Come si dice spesso, la politica può tutto e non è detto che, anche se “last minute”, l’accordo si trovi. Ma da via Mazzini avrebbero ribadito che senza una chiara definizione e condivisione dei pilastri programmatici non si va da nessuna parte. In tale caso Bruno dovrà fare affidamento solo sui suoi, forse, 13 consiglieri.

Nella foto un incontro del Pd alla presenza della segreteria

S.I.