CAGLIARI – “Si può chiedere l’indizione di un referendum e poi votare contro o astenersi? Pigliaru e il PD sono riusciti a fare anche questo, svilendo la consultazione a quella che perfino nelle parole del presidente del Consiglio è stata interpretata dal PD come una conta interna al partito”. Così Marco Tedde, vice-capogruppo del Consiglio regionale, commenta amaramente l’atteggiamento del partito democratico dinanzi al referendum di domenica.
“Un conflitto grottesco in cui il presidente della Regione non ha certo brillato per coraggio politico, comportandosi come un capitano schizofrenico di una squadra che prima scende in campo, poi getta la maglia e la fascia, non pago tifa per gli avversari e poi esulta quando la partita viene annullata. Se la posta in palio del confronto erano 10 “punti fedeltà” al Governo Renzi, Pigliaru ha sicuramente raggiunto il suo obiettivo e incrementa una raccolta i cui premi non sono certo per la Sardegna e i sardi. Sarebbe interessante sapere se il presidente della Regione considera sé stesso e gli esponenti del PD che invece hanno sostenuto il quesito fino in fondo tra i “qualche consigliere regionale” che ha perso. La Sardegna non può diventare il poligono dei war games del Partito Democratico che, invece, dei poligoni veri, quelli che offrono lavoro e non poltrone ai burocrati di partito, chiedono la chiusura totale. Presto – ha concluso Tedde- saranno i sardi a chiudere il poligono democratico”.