Accordo Paci-Padoan: una boiata

CAGLIARI – “La Giunta regionale si accorge dopo due anni e mezzo che l’accordo Padoan-Pigliaru è una boiata pazzesca?” Lo domanda Ugo Cappellacci, coordinatore regionale di Forza Italia, commentando l’indiscrezione secondo la quale l’esecutivo avrebbe presentato un ricorso riguardo ai soldi scippati dallo Stato centrale con il trucco degli accantonamenti.

“Perché – prosegue Cappellacci- un esecutivo che invia comunicati stampa per accompagnare perfino i colpi di tosse degli assessori non ha sentito il bisogno di comunicare ai quattro venti questa notizia? Forse hanno paura di interrompere il bufala-show di Renzi nel rush finale della campagna referendaria? Perché continuano ad esaltare pubblicamente un accordo che, almeno da quelli che non credono alle bugie che propinano agli altri, viene maledetto in privato? Hanno forse timore di ammettere che avevamo ragione noi e che firmare un atto con cui hanno rinunciato a tutti i ricorsi presentati da noi e perfino ai benefici di quelli già vinti è stata un’idiozia, perché significava perdere centinaia di milioni di euro ogni anno e che sono stati dei veri polli? Non possono permettersi di ammettere che i soldi in più millantati dall’assessore alla Finzione non esistono?”

“E’ stata l’evidenza dei fatti, come il ricorso vinto davanti alla Corte Costituzionale dalla Valle d’Aosta, a costringere i baroni di villa Devoto a questo timido ricorso. Se non avessero ritirato quelli promossi da noi, oggi anche la Sardegna avrebbe ottenuto un risultato concreto. Se si sono accorti del gravissimo errore politico e contabile, ammettano pubblicamente la loro incapacità e riflettano sull’adeguatezza al ruolo rivestito. La loro vanagloria, i festeggiamenti per battaglie che non hanno mai combattuto costa già troppo ai sardi: un miliardo e duecento milioni di maxi-mutui e altrettanti soldi persi dalla Sardegna e scippati dallo Stato centrale. Perseverare – ha concluso Cappellacci- sarebbe diabolico”.

Nella foto i consiglieri regionali Zedda e Cappellacci

S.I.