ALGHERO – Com’era lecito attendersi e come è stato più volte sottolineato in questi mesi, la presenza di due elezioni, così ravvicinate e cruciali quali sono le regionali di febbraio e le comunali (insieme alle europee) a maggio, non poteva non produrre una lunga, difficile e dura campagna elettorale. Ancora di più se si arriva da anni, volenti o nolenti, in cui le grandi questioni non sono state risolte e anzi, rispetto ad altre zone del territorio nazionale, per non parlare di quello del Vecchio Continente, la Sardegna è rimasta molto indietro con maggiormente alcune aree tra cui quella del Nord-Ovest.
E’ normale che coloro che hanno governato in questi anni si arrabattano per raccontare un altro film e cercare di trovare le cose positive di uno dei periodi più duri (lo dicono i numeri) dal dopo-guerra ad oggi. Un esempio su tutti, tra i tanti che andremo ad affrontare in questi mesi, è quello dell’Aeroporto. Proprio in queste ore in un intervista in una tv regionale il presidente della Regione, Francesco Pigliaru, ha detto, tra le altre cose, che “la sua Giunta ha salvato l’Aeroporto di Alghero”.
Un’affermazione che, come tutte, può essere commentata in modo differente. Ma una cosa è certa. E’ noto a tutti che la società di gestione ha avuto necessità di diverse ricapitalizzazioni ed immissioni di soldi pubblici, ma le scelte della Regione di non perseguire la strada di un aeroporto connesso alle “low-cost” e dunque di investire massicciamente nel settore turistico, com’era invece previsto nei primi anni del 2000, sono complici di questa debacle. Senza considerare i tanti problemi nel processo di privatizzazione e che lo stesso, come anche più volte annunciato, doveva portare tanti e altri vantaggi, ancora lontani dal vedersi realizzati.
Per alcuni, diremmo per molti, o addirittura quasi tutti, la Giunta Pigliaru ha affondato l’Aeroporto. Dunque esattamente l’opposto rispetto a quanto detto dal Governatore uscente. La verità sta, forse, nel mezzo, ma una cosa è certa che, dopo un paio di anni di scelte totalmente in capo all’attuale compagine governativa regionale, e anche locale, ovvero il Centrosinistra, l’Aeroporto di Alghero è ridotto ai minimi termini. E’ passato da riferimento isolano e non solo per la Ryanari a cenerentola del vettore irlandese.
Il ritrovato smalto come faro del turismo regionale tra fine anni ’90 e primi anni del 2000, si è poi piano piano affievolito fino ad un pauroso salto indietro di questi ultimi anni dove anche il mese di agosto ha registrato un segno meno, per non parlare della destagionalizzazione. Vero e grave fallimento del Governo Regionale (Cagliari registra 35 rotte, Alghero 5 o 6). A partire dal bando dell’assessora Argiolas. Tutto pronto, con anche tratte e compagnie e scali, ma ancora, a dicembre, non è decollato. E questo, come noto, ha pesato tantissimo sull’aggravio dei problemi degli aeroporti e in particolare di quello di Alghero.
Per questo, al presidente uscente, già professore e presto lo sarà di nuovo, come lui stesso ha detto, converrebbe suggerire prudenza nelle sue esternazioni (come l’altro eccesso nell’aver detto che la crisi è finita). E’ vero, siamo in campagna elettorale e forse una delle più dure, ma questo anche perchè la nostra Isola è ferma, inchiodata e anzi, per certi versi, arretrata rispetto a quelle che sono gli altri territori concorrenti nazionali e del mediterraneo. Per questo ci permettiamo di suggerire a chiunque voglia candidarsi nei prossimi mesi di uscire dalla propria città e regione e guardare cosa sta accadendo nel resto del Mondo, forse, comprenderà che amministrare in questo momento non fa per lui o, magari, nella migliore delle ipotesi comprenderà che la Sardegna e ancora di più Alghero sono luoghi dalle potenzialità enormi che possono dare benessere e persino ricchezza ai suoi abitanti e oltre e non essere luogo per perpetrare modelli sociali, economici e politici Medioevali.
Nella foto l’aeroporto di Alghero
S.I.