ALGHERO – E’ interessante prendere atto che oggi, solo oggi, che essendo primo di aprile parrebbe essere uno scherzo, tutti prendano atto del “disastro Alghero”. Sono mesi che pochi rappresentanti politici e ancora meno rappresentanti dei settori produttivi, sociali e culturali cittadini provano a segnalare le gravissimi problematiche del territorio, ma spesso è parso un abbaiare alla Luna. Partigianerie, ignoranza, supponenza, eleganza, arroganza e altre tipicità del posto hanno condito un piatto che oggi si è rivelato indigesto anche a questi che professavano insano ottimismo in un periodo che invece meritava tutt’altro. Nessuno è contro la propria città per partito preso, ma da tempo questa porzione della Sardegna vive un distaccamento dalla realtà e sopratutto dai centri di potere come mai prima.
La fine di un ciclo, giudicato da tutti positivo, poi commissariamenti, amministrazioni marziane, politica regionale lontana anni luce e come sottofondo la crisi globale. Un mix letale che oggi deflagra in tutta la sua potenza negativa. E gli scatti impietosi di queste ore realizzati da Davide Monfardino e rimbalzate perfino sulla Nuova Sardegna fotografano al meglio la situazione. Sono mesi che subiamo la comunicazione, a volte pure rose e fiori, di incontri, riunioni, vertici riguardanti il sistema aereo e il rapporto imprenditori turistici e amministrazione locale e regionale. Eppure ci troviamo al primo di aprile con lo scherzo più brutto che potesse essere fatto ad Alghero: l’aeroporto fantasma.
Questo nonostante l’operato del management, volto a trovare nuovi collegamenti, il tentativo di costituire un fondo da parte dei privati e soprattutto il piacere di tanti di venire ad Alghero, nonostante tutto. L’aeroporto di Alghero negli ultimi anni ha sempre avuto un trend in crescita creando anche importanti indotti, ad esempio, nel comparto del noleggio delle auto. Ma in questi anni è mancata la creazione di un circuito virtuoso tra offerta turistica, strutture ricettive e Sogeaal utile a creare economie finalizzate a contribuire al mantenimento delle compagnie aeree e nello specifico di Ryanair. Intanto la privatizzazione è stata ulteriormente prorogata in attesa degli eventi.
Tutto questo mentre pende la “spada di Damocle” del ricorso europeo sugli aiuti di stato che, a quanto pare, invece sarà a favore della Riviera del Corallo condannando Cagliari e Olbia. Dunque ci troveremo presto al paradosso che il sostegno a Ryanair verrà giudicato legittimo, ma sarà troppo tardi per far ritornare il vettore irlandese. In tutto questo è mancata la politica. La Sogeaal è totalmente pubblica, tra Sfirs e Regione, eppure non si è riusciti a salvaguardare Alghero come invece era necessario fare. Non sono bastate gli allarmi di questi mesi. Del resto l’informazione istituzionale ha sempre cercato si spargere fumo sottovalutando tali drammaticità e il risultato, oggi, è sotto gli occhi di tutti con anche i media regionali che adesso parlano di “crisi” e “disastro”.
Tutto questo, però, quasi fuori tempo massimo. Sui social si registra una sollevazione popolare. Ma, come spesso accade, questa si ferma al mondo virtuale, mentre quello reale è sempre più edulcorato e lontano anni luce dalle proteste di altre parti della Sardegna. Ma probabilmente è ora di finirla di usare il fioretto. Alghero per essere salvata, e in particolare il suo aeroporto, ha bisogno della spada. E pure di un’arma bene affilata, altrimenti altro che destagionalizzazione, Alghero vivrà per tre mesi, se va bene, all’anno facendo un salto indietro di 50 anni.
Nella foto l’aeroporto di Alghero ieri pomeriggio
S.I.