Agro, Rossomori contro Bruno-Usai

ALGHERO – “C’è un certo tipo di politica a cui piace particolarmente il detto “Piuttosto che niente, meglio piuttosto”. Un detto buono per chi si accontenta, per chi sfugge al lavoro serio e approfondito e sceglie l’approssimazione, invece di fare le cose al meglio delle proprie possibilità”. Cosi il partito dei Rossomori rappresentato ad Alghero anche dall’ex-assessore Natacha Lampis che continua “ne è un esempio il Piano di Conservazione e Valorizzazione dell’Area della Bonifica algherese che il Sindaco Mario Bruno e l’Assessore Antonello Usai portano in aula stasera per l’adozione da parte del Consiglio Comunale e che non ci convince per tante ragioni che proviamo ora a spiegare. Prima di entrare nel merito delle nostre perplessità, chiariamo subito una cosa. Come RossoMori siamo favorevoli a dotarci del Piano di valorizzazione perché riteniamo fondamentale che il nostro territorio agricolo possa al più presto avviare una fase di rilancio e sviluppo, libera dai vincoli imposti dal PPR. Fatta questa premessa, sentiamo però la responsabilità di dover dire che il lavoro prodotto non è quello che avremmo voluto”.

“Per prima cosa dal punto di vista del metodo, per come è stato costruito, attraverso un lavoro solitario dell’Assessore, che ha operato senza alcuna condivisione con il territorio, senza alcun vero confronto con chi dovrebbe essere il beneficiario del Piano, vale a dire con le aziende agricole, i coltivatori diretti, i cittadini dell’agro. Lo dimostra il fatto che l’unico momento di confronto con il territorio è avvenuto il 16.05.2016 e che le quattro commissioni consiliari fatte dopo diversi mesi non hanno previsto l’audizione di nessuna delle imprese, di nessuna delle associazioni di categoria e di nessuno dei rappresentanti del territorio, e lo dimostra anche che i cittadini dell’agro nei loro più recenti incontri hanno avanzato forti critiche alla proposta. Quello che la maggioranza si appresta ad adottare è un provvedimento debole perché confezionato “in casa”, senza la minima collegialità, e che proprio per questo presenta non pochi problemi sia dal punto di vista tecnico che politico. Per citare solo i più rilevanti: l’assenza di uno studio socio economico dell’area oggetto del Piano, fondamentale per capire il livello di frazionamento e adattare così il più possibile il Piano alla reale situazione delle nostre aziende agricole; e poi la questione relativa ai 1500 ettari classificati in area H3 che di fatto esclude dai vantaggi del Piano circa 150 aziende; e ancora, la questione della garanzia della cantierabilità dei progetti per quelle imprese che vorranno accedere ai fondi del Piano di Sviluppo Rurale. Su quest’ultimo punto, assai delicato, l’assessore Usai e il Sindaco Bruno hanno sempre ribadito che il piano è stato portato avanti con così tanta fretta per l’urgenza di non perdere neanche un euro dei fondi PSR”.

“Ma per poter partecipare ai bandi occorre che i progetti presentati siano immediatamente cantierabili, cosa che non sarà possibile perché il Piano di valorizzazione ha un percorso lungo davanti a sé, di cui l’adozione in Consiglio è solo un primo passo. Davanti a questo enorme ostacolo, che renderebbe totalmente inutile la corsa all’approvazione, l’Assessore Usai riferisce di impegni precisi da parte della Regione circa la possibilità di ammettere le eventuali domande in deroga al requisito di cantierabilità. Ma dove sono gli impegni formali rispetto a questo? Con gli impegni verbali si fa poca strada e a noi “l’operazione deroga” appare di difficile realizzazione, perché già centinaia di domande sono state rigettate dall’Assessorato regionale proprio per mancata soddisfazione della cantierabilità e se ad Alghero venisse concessa questa deroga la Regione si troverebbe travolta da centinaia di ricorsi provenienti dagli altri territori. A questo punto è possibile sapere dall’Assessore a quando risale esattamente la richiesta di deroga da parte del Comune di Alghero? C’è ad oggi agli atti, su questo preciso punto, una risposta formale della Regione? Ci sembrano questi tutti elementi fondamentali per capire se è davvero necessario procedere a spron battuto all’adozione di un Piano che risulta impreciso nella formulazione, che presenta numerosi incongruenze e che non soddisfa i cittadini e le imprese, e non sia invece meglio accantonare promesse che difficilmente potranno essere mantenute e fermarsi per fare quello che non è stato finora fatto: ricognizione precisa dei bisogni da parte degli agricoltori e delle imprese, concertazione nell’elaborazione, messa a punto di un progetto condiviso di rilancio dell’agricoltura, che risponda ad una visione di medio e lungo periodo”.

“Senza la chiarezza di un progetto complessivo, la nostra agricoltura farà comunque pochi passi avanti, che ci sia o non ci sia un Piano di valorizzazione. E allora perché non sfruttare il lavoro fatto attraverso l’iniziativa #mondorurale che con un percorso durato quasi due anni, coordinato dall’ex Assessora Natacha Lampis e dall’Agenzia Laore, e con la collaborazione di tanti cittadini e imprese, di comitati e di associazioni, era già arrivato ad individuare obiettivi e azioni da mettere in campo subito? Un lavoro prezioso, nel quale il territorio ha creduto e per il quale ha investito tanto impegno, e che si sceglie di ignorare e di buttare al macero. A conferma che piuttosto che niente, meglio piuttosto”

Nella foto il coordinamento locale dei Rossomori

S.I.