ALGHERO – Forse non ci si rende bene conto della gravità della situazione. Il periodo inedito forse incide anche sul valore reale dei vari episodi e delle notizie che relazionano sui vari accadimenti. Ma ci sono fatti di cronaca che stanno accadendo ad Alghero come mai prima. Non tanto per la gravità dei singoli avvenimenti, ma per la frequenza con cui stanno verificandosi. E ieri sera c’è stato un picco che non può passare inosservato.
Ciò per non trovarci a breve a dover raccontare di qualcosa di ben più drammatico. Non si conoscono le ragioni, ma ieri notte c’è stato un piano per mettere a ferro e fuoco una parte del territorio del centro catalano. In particolare le zone periferiche, meno controllate, e anche forse simboliche per una condizione di degrado sempre diffusa in diverse fasce sociali della comunità locale. Le indagini stanno procedendo però c’è paura e apprensione e, anche in questo caso, è palese lo scollamento di parte della classe dirigente locale rispetto a delle situazioni che da tempo manifestano i propri segnali di allarme.
Questa mattina siamo andati a vedere la condizione dei luoghi presi di mira dagli incendiari: campo nomadi (ancora una bomba ecologica pericolosa e distruttiva per persone e ambiente), Hotel Bellavista (il piano terra completamente distrutto e stamattina gli operai regionali intervenuti giusto per delimitare la zona e verificare il pericolo crolli), nel parcheggio della piscina comunale (una Clio abbandonata mandata in fumo, tra sporcizia ed erbacce) e nelle vicinanze, nonostante siano passate già un paio di settimane, la carcassa di una roulotte data alle fiamme. Insomma un quadro desolante che non può che far riflettere e far prendere delle decisioni alle Istituzioni.
Nella foto la Clio abbandonata date alla fiamme ieri notte nel parcheggio della piscina comunale
S.I.