SASSARI – Crescono i casi Covid e l’Aou di Sassari riorganizza le attività, con una rimodulazione dei posti letto, in particolare, all’ospedale Marino di Alghero. L’Aou, inoltre, è pronta a mettere a disposizione 4 dirigenti medici rianimatori che potranno supportare i colleghi dell’ospedale civile di Alghero. Con l’Asl di Sassari c’è l’accordo che consentirà di aprire la terapia intensiva del nosocomio della città catalana. In questo modo, sarà possibile gestire eventuali peggioramenti dei pazienti ricoverati all’ospedale Marino di Alghero.
«Alghero è strategica per la gestione del Covid nel nord ovest Sardegna – afferma il direttore sanitario dell’Aou, dottor Francesco Bandiera –. Per questo con la Asl di Sassari abbiamo deciso di creare un team di 8 anestesisti-rianimatori, 4 arriveranno dalla nostra azienda e 4 sono già in forze ad Alghero. Questo gruppo potrà gestire una terapia intensiva con casi meno gravi rispetto a quelli che vengono trattati a Sassari. Una soluzione di questo tipo consentirebbe all’hub di Sassari di non attivare come reparto Covid anche la terapia intensiva post operatoria (Tipo) quindi di dover ridurre gli interventi chirurgici complessi, a esempio quelli oncologici che sono numerosi e complessi»
L’ospedale civile algherese, inoltre, con questa soluzione continuerebbe ad avere tra le sue fila ben 11 anestesisti che possono garantire le attività del punto nascita e quelle degli altri reparti chirurgici. «Una scelta che – dice Bandiera – vedrebbe i tre ospedali – Sassari, Alghero Marino e Alghero civile – lavorare in una logica di rete, di hub e spoke».
«Il Covid è un problema comune, di tutti – aggiunge il direttore generale dell’Aou di Sassari, Antonio Lorenzo Spano – e va gestito in maniera sinergica per dare una risposta efficace in termini assistenziali.
«Il fatto di aprire una terapia intensiva Covid ad Alghero – così come peraltro era già stato fatto in un passato recente – potrà risultare ancora una volta vincente. Siamo in un momento di particolare recrudescenza del virus e l’apertura della terapia intensiva algherese servirà per un periodo limitato», conclude Spano.
A Sassari, infatti, sono in fase di completamento i lavori della TI23. Il cronoprogramma prevede la conclusione lavori per i primi giorni di febbraio, così da poterla accreditare non solo per l’assistenza ai pazienti Covid ma anche per tutti gli altri casi. Si avrà, allora, un unico luogo per l’assistenza di tutti i pazienti e che permetterà una gestione ottimale del personale.
Intanto l’Aou di Sassari ha avviato una riorganizzazione delle attività per far fronte al numero crescente di ricoveri che sono stati registrati negli ultimi giorni, anche in considerazione dell’andamento della curva pandemica. Questo fine settimana saranno incrementati i posti letto del reparto Covid al terzo piano dell’ospedale Marino di Alghero che da 30 passeranno a 45. Da mercoledì prossimo, invece, saranno aggiunti ulteriori 45 posti letto Covid al secondo piano della stessa struttura.
Il reparto di sub-intensiva Pneumo-Covid di Sassari vede crescere di 7 posti letto la sua dotazione e passa da 12 a 19, mediante la riduzione di 7 posti letto delle Malattie Infettive. Ai pazienti Covid in pronto soccorso, infine, si conferma la somministrazione di farmaci antivirali oltre agli anticorpi monoclonali che consentono di impedire l’evoluzione della patologia più grave del Covid nei pazienti fragili.
Vale la pena ricordare, a titolo di chiarimento – anche a seguito di articolo di stampa apparso questa mattina sul quotidiano regionale – che i pazienti ricoverati nei reparti e provenienti dal Pronto soccorso vengono sottoposti a tampone molecolare. «È evidente che il paziente trovato positivo in Patologia medica fosse in incubazione e, perciò, non è stato rilevato dal tampone – precisa Francesco Bandiera – ma i 6 pazienti sono sotto controllo e in condizioni cliniche stazionarie, saranno trattati con anticorpi monoclonali e antivirali e per loro si programma il trasferimento all’ospedale Marino di Alghero. Al momento risultano positivi soltanto un Oss e un infermiere che sono già in isolamento domiciliare, così come previsto».