ALGHERO – Immagini spettrali delle attività quelle che ieri sera hanno accompagnato l’avvio della protesta degli esercizi pubblici. Bar, ristoranti e non solo. Oramai l’azione di tutela, salvaguardia e, se possibile, rilancio del settore avviata dal Comitato Horeca Alghero è sempre più diffusa. Le attività che si sono rivolte alla piattaforma attivata da alcuni imprenditori e operatori culturali e della comunicazione locali sono oltre 100. Quasi quotidianamente c’è qualcuno che “bussa” e chiede di avere informazioni e di essere aiutato. Infatti, non c’è solo rabbia, seppur presente e preponderante, ma c’è una forte volontà di non mollare e di non consegnare, in maniera definitiva, le chiavi delle varie attività.
Intanto, questa mattina, tale passaggio avverrà nei confronti del Sindaco Conoci, cosi come nelle altre città che hanno aderito alla manifestazione “Risorgiamo Italia”. Prima accendere, poi spegnere le luci e abbassare le serrande consegnando le chiavi al Primo Cittadino. “Ad oggi, infatti, non esistono i presupposti economici per riaprire le attività e tornare al nostro lavoro: il Governo chiede di aprire con gli stessi costi che sostenevamo prima dell’emergenza epidemiologica, con una previsione di incassi che, nelle migliori delle ipotesi, sarà pari al 30% dell’anno precedente”. cosi da Horeca e ancora “deve essere chiaro che non chiediamo assistenzialismo, ma misure, per l’eventuale riapertura, che siano collegate a tutele economiche come: cassa integrazione fino a Dicembre 2020 e moratoria sugli affitti e sulle utenze per non costringerci a licenziare i nostri collaboratori, se non a chiudere del tutto, le nostre attività, uniti all’abbattimento degli oneri sociali a carico delle nostre imprese”.
Nonostante il settore Ho.Re.Ca. in Italia fatturi 87 miliardi con mezzo milione di attività commerciali che impiegano circa 1.500.000 di dipendenti, incluso l’indotto di forniture e servizi e che mandano avanti il nostro Paese, oggi è il settore più penalizzato. Settore che anche in Sardegna e di conseguenza, come noto, pure ad Alghero rappresenta un colonna dell’economia. E’ evidente che è impensabile immaginare una società in cui crolli l’attività produttiva della piccola impresa: se falliscono queste attività, le conseguenze coinvolgeranno tutti, per cui, se lo Stato non dovesse intervenire immediatamente con adeguati interventi, si rischia di perdere il patrimonio economico e culturale più importante del nostro Paese.