ALGHERO – “Più di un mese fa abbiamo accolto con grande soddisfazione l’apertura dell’Amministrazione, nella persona del sindaco, di voler collaborare col Comitato Horeca e rendere il settore dell’accoglienza partecipe del percorso utile ad assistere le nostre imprese nelle più grave crisi economica dal dopoguerra ad oggi”. Cosi dal Comitato Horeca Alghero che rappresenta oltre 100 attività della Riviera del Corallo che attendono da settimane risposte e chiarezza, anche a livello locale.
“Come più volte ribadito, si tratta di un settore fondamentale dell’economia algherese che necessita di provvedimenti urgenti che, se non varati rapidamente, rischiano di compromettere per sempre il futuro di migliaia di lavoratori. Detto questo, però, ci duole sottolinearlo, ad oggi, nessun provvedimento di quelli suggeriti, è ancora giunto al suo traguardo. Comprendiamo le difficoltà di chi amministra in un momento drammatico come quello che stiamo vivendo, comprendiamo anche la “solitudine” in cui i sindaci sono costretti ad operare, soprattutto quando è palese l’assenza delle figure utili a raggiungere tali obiettivi in taluni comparti, però, visto proprio il momento che vede la maggior parte delle attività vicine al definitivo collasso, ci saremmo attesi una drastica virata, un cambio di passo, per farci trovare pronti alla riapertura”.
“Apprezziamo la disponibilità del Sindaco Conoci e la sua volontà di fare proprie le nostre istanze, ma la variabile tempo ci impone di richiamare l’attenzione sul grave ritardo. È ora che Alghero riparta, e riparta bene. Non c’è più tempo da perdere. Perché gli imprenditori che rappresentiamo possano affrontare con ragionevole speranza la fatica della ripartenza è necessario che sappiano su quali superfici per la somministrazione possano contare, sulla fiducia che gli organismi deputati al controllo abbiano visioni comuni, sul fatto che la Regione Sardegna liberi risorse utili per l’abbattimento del costo del lavoro.
“Insomma, chiediamo che si dia corso alle numerose richieste messe nero su bianco dal nostro comitato. Siamo consapevoli che senza il luccichio delle nostre imprese, che dà risposte a tante famiglie coi vari stipendi, Alghero non può essere la stessa. Del resto è necessario, è fondamentale, ricreare un clima di positività e socialità che, da tre mesi e oltre (visti l’aggiunta del periodo invernale precedente), manca totalmente. Il settore Horeca vive nel segno delle emozioni, dello svago, della convivialità, siamo noi deputati a far ripartire la città, ma dobbiamo essere messi nelle giuste condizioni per farlo. Se l’apertura è per il 18, come si può pensare di farlo senza poter programmare investimenti, assunzioni, azioni di intrattenimento, modello di business?“
“Gli elefantiaci tempi della burocrazia e le sue lungaggini non possono condizionare un tessuto sociale ed economico allo stremo. Serve il massimo sostegno perché le risposte alle richieste del comparto (che rialleghiamo a questa mail) siano finalmente evase: c’è il serio rischio che il coma in cui si trova il settore, diventi irreversibile. E’ urgente attuare un pronto soccorso, altrimenti sarà quasi impossibile evitare il nostro funerale e col nostro quello di tanti lavoratori”.
CINQUE PUNTI SOTTOPOSTI ALL’AMMINISTRAZIONE:
1) Ampliamento degli spazi esterni alle attività consentendo la possibilità di allestire tavoli e dehor, in particolare per le imprese con ridottissimi spazi interni, in finestre temporali determinate, ove necessario, secondo un piano particolareggiato che sia in grado di garantire il medesimo numero di coperti all’esterno autorizzati nel pre-Covid con, in aggiunta, superfici utili per ristorare il numero di coperti sacrificati nelle aree interne a causa del distanziamento sociale;
2) richiesta al sindaco di attivare una conferenza di servizi per l’ attivazione di procedure armonizzate, chiare, certe, ed univoche, per certificare la salute dei titolari, dei dipendenti e dei clienti, garantendo la salubrità dei luoghi di lavoro, attraverso un unico protocollo sottoscritto da tutti i corpi di vigilanza sanitaria dello stato;
3) rapida modifica del piano commerciale per mitigare la direttiva Bolkenstain (legge Bersani) al fine di congelare nuove aperture e soprattutto scongiurare operazioni di acquisto predatorie a “buon mercato”; Attuazione di iniziative (con associazioni e operatori locali) di animazione urbana.
4) Attivazione di uno sportello per le imprese attraverso il coinvolgimento delle associazioni di categoria (es: Confcommercio) rappresentative del settore per assistere le centinaia di partite Iva a cui serve offrire una bussola per attraversare la selva di provvedimenti scaturiti dai vari livelli istituzionali;
5) Rappresentare presso l’Anci regionale, la proposta di fiscalizzazione degli oneri sociali con accollo di una parte del costo del lavoro da parte della Regione, allo scopo di evitare l’esplosione della spesa per il welfare e il conseguente mantenimento dei livelli occupativi;