CAGLIARI – L’ex sottosegretaria alla Cultura del Governo Renzi, Francesca Barracciu (Partito Democratico), è stata condannata a quattro anni di reclusione per peculato aggravato nell’ambito dello scandalo sui fondi destinati ai gruppi del Consiglio regionale della Sardegna e spesi per fini non istituzionali. La sentenza è stata pronunciata dalla seconda sezione del Tribunale di Cagliari dopo circa un’ora e mezzo di camera di consiglio. Il pubblico ministero Marco Cocco aveva sollecitato per l’imputata, oggi presente in aula, cinque anni di carcere.
Intanto, sempre per la stessa inchiesta, il gup Roberto Cau, nell’udienza di stamane, ha comunicato la decisione in tarda mattinata, non accogliendo la tesi dei difensori degli ex consiglieri regionali della legislatura 2004-2009 Luciano Uras, Ciriaco Davoli, Paola Lanzi, Paolo Pisu, Giuseppe Fadda e Antonello Licheri. La prima udienza del processo e’ fissata per il 6 aprile 2018 davanti alla II sezione penale del tribunale di Cagliari, la stessa che oggi ha pronunciato la sentenza di condanna, per contestazioni analoghe, nei confronti dell’ex consigliera regionale ed ex sottosegretaria dei Beni Culturali Francesca Barracciu. Anche in questo caso il pm e’ Marco Cocco.
Gli avvocati della difesa avevano chiesto il non luogo a procedere, sostenendo la tesi secondo la quale nei confronti dei loro assistiti non era ravvisabile una condotta “appropriativa” dei fondi pubblici. Davoli, tesoriere del gruppo, e’ chiamato a rendere conto di come abbia amministrato 1 milione 55mila euro. Queste le spese contestate agli altri consiglieri rinviati a giudizio: 74.600 euro a Uras, 21.700 a Fadda, 5.100 a Lanzi, 32.800 a Licheri e 38.900 all’ex sindaco di Laconi (Cagliari), Paolo Pisu, presente stamane prima della pronuncia della decisione, assieme a Davoli e a Licheri. Gli ex consiglieri sono difesi dagli avvocati Paolo Sestu, Gianluca Grosso, Antonella Piredda, Pina Zappetto e Luigi Concas.
Nella foto l’onorevole attualmente parlamentare di sinistra Luciano Uras
S.I.